Giornate calde, in casa Salernitana, la pausa nazionali in mezzo, e quel che era già nell'aria da tempo si è concretizzato: Paulo Sousa, dopo l'ottima stagione dello scorso anno (dove in 16 gare ha collezionato 21 punti necessari alla salvezza, con na media di 1.31 a match), è stato esonerato. Pagando a caro prezzo, il più caro per un allenatore, il primo scorcio di annata, dove di gare ne sono state giocate 8, ma di punti raccolti solo 3; la media non occorre, la classifica parla di penultimo posto, a +1 dall'ultimo. Non una consolazione.

Per l'uomo dispiace, un doveroso "grazie" al tecnico è il minimo che si possa tributargli, e dispiace anche per l'allenatore, comunque capace di giocarsi le sue carte quando ha dovuto farlo. Ma si sa, le stagioni non sono tutte uguali, e alla fine chi paga è sempre il tecnico. Non importano gli altri problemi (uno su tutti la querelle Dia), il tecnico paga. "È il calcio", si sente spesso dire, ma da qui a dire che sia giusto... beh, questo è però un altro discorso, che probabilmente ho già affrontato in questi anni nei quali mi viene data la possibilità di ritagliarmi uno spazio su questo importante e seguitissimo portale.

Veniamo quindi all'attualità, con un breve excursus degli ultimi due giorni: Filippo Inzaghi, lunedì, ha trovato un accordo di massima con il presidente Iervolino, che ha apprezzato molto l'entusiasmo del tecnico e la volontà di accettare un contratto fino al 30 giugno senza porre condizioni di alcun genere, ma si è preso del tempo per decidere. I collaboratori del numero uno granata hanno invece da subito caldeggiato l'ex Reggina, ma alla fine la decisione è arrivata. E Inzaghi è il nuovo tecnico della Salernitana, con la quale torna ad allenare in Serie A dopo la stagione 2020-21, quando era alla guida del Benevento, retrocesso in Serie B.
Qua volevo arrivare. Le esperienze in Serie A di Inzaghi non sono state mai particolarmente propizie, la prima con il Milan (stagione 2014-15) ha visto i rossoneri chiudere il campionato al 10º posto in classifica con 5 in meno della stagione precedente (52 contro 57) e restare fuori dalle coppe europee per il secondo anno, della terza - quella a Benevento - ho già parlato. Nel mezzo, il campionato con il Bologna, stagione 2018-2019: girone di andata chiuso al terzultimo posto con 13 punti, in quello di ritorno è fatale il 4-0 nello scontro salvezza con il Frosinone, penultimo a pochi punti dai rossoblù.

Se invece andiamo ad analizzare le annate di Inzaghi in Serie B... beh, è l'allenatore da prendere in immediato, senza sè e senza ma. È il vincente per eccellenza. Vuoi fare bene in Serie B? Chiama Inzaghi. Quinto posto con il Venezia nel campionato 2017-2018 (che aveva seguito alla promozione, sempre targata Inzaghi, dalla C), primo posto e conseguente promozione in A con il Benevento nella stagione 2019-2020, insensato esonero nel Brescia di patron Cellino due anni fa, con la squadra al quinto posto a solo -4 dal secondo posto e dalla promozione diretta nella massima serie (il tutto a sette giornate giornate dal termine del campionato), e, infine, il miracolo Reggina: senza un società alle spalle e con lo spettro fallimento ad aleggiare (il club calabrese è attualmente in Serie D), Inzaghi porta la squadra al 7º posto e ai playoff. 

Precisiamo, non sto affatto dicendo che Inzaghi sia un tecnico scarso, avere caratteristiche più idonee a una categoria non significa essere degli incapaci per fare qualcosa di altro, significa avere estrema conoscenza e competenza per affrontare un qualcosa di un dato tipo. Poi si può sempre migliorare, questo è fuori discussione, e magari l'esperienza sarà dalla parte del neo tecnico. Chiudo con le mie solite perplessità circa la scelta di Iervolino, ma sempre con l'esser cosciente che si può cambiare idea se i fatti parleranno. Non farlo, del resto, è da stolti...

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: TS Redazione
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