Brutta senz'anima. Potremmo definire così la Salernitana vista oggi pomeriggio a Frosinone, contro un avversario ampiamente alla portata che ha sfruttato in pieno la pochezza tecnica e caratteriale di un gruppo che ha sempre dimostrato limiti gravi per la categoria, ma che almeno gettava il cuore oltre l'ostacolo. Oggi, invece, sembrava di rivedere la squadra dell'anno scorso: zero idee, zero attaccamento alla maglia, zero empatia nei confronti di una tifoseria capace di portare 1100 persone in trasferta nel giorno di Santo Stefano e che è tornata a casa con il morale sotto i tacchi e tanta preoccupazione.

Non ce ne voglia Colantuono, ma la sua Salernitana è in costante involuzione rispetto a quella inconcludente, ma coriacea del suo predecessore. Sicuramente gli infortuni pesano e le principali responsabilità vanno ricercate al di fuori dell'aspetto tecnico, ma chiudere col Brescia con un ragazzino della Primavera in attacco e cinque difensori bloccati e presentarsi in questo modo a Frosinone è un qualcosa che spingerà la società a riflettere.

Prendiamo l'esempio di Wlodarczyk: lo tieni in panchina venerdì scorso, gli preferisci Fusco in corso d'opera e oggi gli affidi le chiavi dell'attacco dal primo minuto in un match delicato come quello col Frosinone? E poi ancora Velthuis, un giocatore che puntualmente fa subire gol alla Salernitana e che è stato rispolverato dopo due mesi. A che pro? Potremmo continuare all'infinito: la sostituzione di Braaf che era tra i pochissimi a metterci un minimo di qualità, gli esterni bassi a piedi invertiti, il primo tiro in porta all'82', un approccio molle e senza ardore agonistico, Soriano arretrato di trenta metri.

A questo punto, considerato che Ferrari continua a commettere errori, che Jaroszynski è lontanissimo parente del giocatore ammirato tempo fa e che Ruggeri ha rischiato di farsi espellere, perchè non dare un'occasione a gente come Gentile che, in 45 minuti, almeno non ha fatto danni e, anzi, si è speso per la causa pur con Stojanovic che lo esponeva costantemente a un due contro uno? Perchè c'è chi ha sempre una seconda opportunità e chi invece è riserva a prescindere? 

C'è poi chi se la prende con Petrachi chiedendosi cosa hanno dato, ad oggi, Velthuis, Hrustic, Tello, Wlodarczyk, Torregrossa, Njoh, Dalmonte, Kallon, Braaf e Soriano. Ma con il budget a disposizione si poteva fare di meglio? Avete forse dimenticato in quali condizioni abbia operato chi era costretto a cederne tre prima di prenderne uno? Riteniamo che sia giusto dargli carta bianca e blindarlo anche pubblicamente per non dare adito a voci che parlano di un possibile esonero. In realtà è dagli uomini di calcio come lui che bisogna ripartire per arrivare all'obiettivo.

Ovviamente la scossa deve arrivare dalla società, sperando di ascoltare meno poesie e frasi al miele e di vedere i fatti. Iervolino ha commesso tanti errori, ma ha pagato - in tutti i sensi - gli sbagli di tante persone che, in questi tre anni, gli hanno fatto gettare soldi dalla finestra. Sul piano imprenditoriale la retrocessione in Lega Pro sarebbe un dramma non solo sportivo ed è dunque auspicabile uno scatto d'orgoglio che lo riveda protagonista in prima persona in attesa dell'offerta giusta per cedere o per farsi affiancare. Così si sta toccando il fondo, la gente non lo merita.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 27 dicembre 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito
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