Due diligence, cessioni, nuovi soci, bilanci, confronto tra avvocati e notai. Sembra quasi di essere tornati al dicembre del 2021, quando la Salernitana rischiava - in teoria - l'esclusione dal campionato di serie A ed era corsa contro il tempo per evitare che una regola obsoleta e definita anticostituzionale da tanti esperti consumasse l'ennesima ingiustizia ai danni dei colori granata e della società dell'epoca. Invece siamo nel 2024 e il presidente che prometteva zona sinistra della classifica in A, stadio nuovo, investimenti per calciatori di caratura internazionale, iniziative per le famiglie, super settore giovanile, infrastrutture e dialogo costante con la stampa e la tifoseria sta provando in tutti i modi a cedere una squadra presa in massima serie per una cifra quasi simbolica e che oggi si ritrova in piena zona playout in Serie B. Se poi pensiamo che, dopo Brescia, ci sarà una doppia trasferta consecutiva con Frosinone e Catanzaro (non propriamente campi comodissimi) e che il mese di gennaio prevederà le sfide con Sassuolo, Cremonese e Pisa in rapida successione ecco che l'incubo serie C diventa concreto e impone acquisti seri e mirati in tutti i reparti. A partire dal portiere.

Ma torniamo alla questione societaria, in questo momento prioritaria rispetto all'aspetto puramente tecnico. Ove mai Iervolino, assente dalla scena da mesi, non riuscisse nell' "impresa" di liberarsi della Salernitana (come sperano anche tanti tifosi), ecco che ci potrebbe essere l'affiancamento di un socio. Premessa: quando un nome esce prima sui giornali che sul sito ufficiale, riteniamo ci siano poche possibilità che l'operazione vada in porto. E, mai come in questo caso, predichiamo prudenza perchè si parla di un imprenditore come Del Vecchio tra i più ricchi d'Europa e che potrebbe per davvero far sognare la piazza dopo un biennio di vacche magre nel quale anche gli stipendi di Motoc e Jimenez venivano considerati gravosi sul bilancio. Se davvero, però, Del Vecchio ambisse a una quota superiore al 50%, ecco che sotto l'albero potrebbero arrivare sgradite sorprese per i supporter granata. Perchè i soliti consiglieri del patron, quelli che hanno già fatto danni incalcolabili, rischierebbero di perdere il posto in società e quel potere decisionale che ha comportato, di fatto, la retrocessione e questo girone d'andata mediocre e privo di emozioni. E non sorprenda, dunque, che torni prepotentemente di moda il nome di Giovanni Lombardi, quello che tentò la scalata nel 2011 dopo il fallimento dell'altro Lombardi e che giocava i derby con la Casertana con un palese senso di rivalità sportiva. Non certo una pista che fa fare i salti di gioia ad un ambiente che spera in facce nuove e in cicli completamente slegati dal passato. Del resto lo striscione esposto all'Arechi contro Aliberti è emblematico e non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione. Vada come vada, comunque, l'auspicio è che la promessa di investire almeno sei milioni di euro a gennaio (ammesso che bastino, vista la mediocrità dell'organico) sia seguita da fatti concreti.

Bene hanno fatto i club, nel corso della riunione con Milan, a manifestare sdegno, delusione e scetticismo, senza fare un solo passo indietro rispetto ad una protesta che magari farà il solletico al proprietario, ma che sta avendo comunque una risonanza a livello nazionale. E stavolta condividiamo anche i fischi alla squadra, fino a poco tempo fa encomiabile sul piano dell'atteggiamento, ma ora nell'occhio del ciclone per aver permesso alla Juve Stabia di sbancare l'Arechi per la prima volta costringendoci ad assistere alla festa del popolo gialloblu. Un'altra onta da aggiungere ad un biennio che ci fa davvero capire quanto i ripudiati romani avessero dato lustro e stabilità alla nostra Salernitana. Ad ogni modo auguri di Natale a tutti. Ai lettori di TuttoSalernitana, il sito più seguito tra città e provincia. Ai 5-6mila che stasera sfideranno allerta meteo, crisi economica e classifica deficitaria per sostenere la squadra del cuore al di là di presidenti, dirigenti e giocatori. Ai mille che vanno ovunque fuori casa portando in alto con orgoglio il nome di Salerno. A noi che, dietro le quinte, proviamo a raccontare i fatti mossi dalla passione smisurata per i colori granata e che speriamo di rivivere emozioni ormai sopite. Perchè il vero dramma sportivo è questo clima di indifferenza, freddezza e disinteresse che mai si era respirato dalle nostre parti. Nemmeno in D con un simbolo religioso sul petto. Iervolino rifletta e ci regali la sua miglior versione tornando il patron dei primi due anni. Viceversa meglio passare la mano. Possibilmente prima dell'apertura del mercato di gennaio.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 20 dicembre 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
vedi letture
Print