Abbiamo sempre sostenuto che il voto estremamente positivo attribuito al direttore sportivo Gianluca Petrachi scaturisca soprattutto dalla sua capacità di ripianare le perdite e risanare il bilancio in rosso della Salernitana, garantendo introiti milionari (anche grazie alla collaborazione della Lazio, va detto) e bonificando allo stesso tempo uno spogliatoio per larga parte composto da gente che ha scritto una delle pagine più tristi della storia del calcio salernitano e che speriamo di non rivedere mai più all'ombra dell'Arechi. Kastanos, Dia, Lovato, Pirola, Lassana Coulibaly, Tchaouna, Costil...gente che nel campionato scorso ha fatto malissimo disonorando la maglia granata e della quale nessuno sentirà la mancanza. E aver collocato altrove calciatori modesti come Stewart, Legowski, Ikwuemesi e Sambia (ereditati dalla pessima gestione De Sanctis) è un'altra nota di merito per chi, in un mese e mezzo e con mille paletti imposti dalla proprietà, ha compiuto un autentico capolavoro mostrando di avere le spalle larghe per una gestione del quotidiano che avrebbe mandato in tilt anche il più esperto dei dirigenti europei. Allo stesso modo, però, abbiamo espresso qualche legittima perplessità circa le reali potenzialità dell'organico allestito e composto da tante scommesse, molti giocatori fermi da tempo o reduci da infortuni e da elementi che, almeno al momento, hanno solo il nome prestigioso dietro la maglia ma non sono mai riusciti a fare la differenza.
Non c'era bisogno della sfida di coppa Italia con l'Udinese - a tratti giocata anche discretamente - per capire che questa difesa è un enorme punto interrogativo al netto dello 0-0 contro una Reggiana poco più che mediocre. Se venisse un raffreddore a Ferrari o incappasse in un turno di squalifica, si potrebbero affrontare Cremonese, Palermo o Sassuolo con Bronn e questo Velthuis che - non ce ne voglia - oggi faticherebbe anche in serie C? Bene Ruggeri che, però, è un giovane al quale non bisogna addossare eccessive responsabilità. Dopo la partenza di Daniliuc, insomma, è stato un grossolano errore non prendere un altro difensore centrale e i numeri, impietosi, parlano di sedici gol subiti in gare ufficiali: una media da retrocessione. Toccherà a Martusciello apportre i correttivi giusti, pur sapendo che a destra la soluzione non può essere certo Gentile (che non ha brillato nemmeno al Fiorenzuola in Lega Pro) nè che a sinistra Njoh garantisce la continuità necessaria soprattutto nel modulo adottato dall'allenatore. Da qui la nostra riflessione: e se partire con un 3-5-2 fosse una soluzione, per quanto non contemplata dallo staff tecnico, dal ds e dalle caratteristiche della rosa? E' vero, si sacrificherebbero in prima istanza quegli esterni offensivi che sono stati scelti proprio per esaltare un calcio spettacolare, propositivo e all'attacco. Ma puoi permetterlo se hai un quartetto difensivo vulnerabile, un portiere mai determinante e una linea mediana senza un solo calciatore in grado di essere efficace in interdizione eccezion fatta per Amatucci?
E allora immaginiamo una Salernitana con quel sistema di gioco: Sepe in porta. Bronn, Ferrari e Jaroszynski in difesa, con Njoh finalmente libero di spingere senza compiti costanti in fase di non possesso e Stojanovic a destra. In mediana sostanza e palleggio con Amatucci, Adelaide e uno tra Soriano e Hrustic (Maggiore ieri, con quella sciocchezza, ha rovinato la prima prova da 6,5 in pagella offerta a Reggio Emilia), mentre Tongya potrebbe tranquillamente essere la seconda punta al fianco del centravanti di turno. E, come insegnava il buon Castori, sfruttare la rapidità di Kallon e Braaf o l'estro di Verde con l'avversario di turno fisicamente stanco. In fondo, nel campionato stravinto nel 2020-21 con i romani al timone, quanti 0-0 si sono sbloccati quando entrvano i cosiddetti "giocatori di squilibrio" come Cicerelli e Kiyine dopo che Casasola, Di Tacchio, Bogdan, Gyomber, Jaro, Capezzi, Gondo e Kupisz avevano fatto la "guerra"? Intendiamoci: Martusciello non adotterà mai questo modulo e stiamo soltando estendendo ai lettori un ragionamento tecnico-tattico dopo mesi a parlare di assetti societari, due diligence, cessione di quote, dimissioni di Iervolino e cose di questo genere. A tal proposito continuiamo a ribadire che il vero colpo di mercato sarebbe l'avvento di una nuova proprietà che sostituisca chi, dopo proclami e promesse, è uscito di scena lasciando la Salernitana in B, con una rosa incompleta in tutti i reparti e un mercato al risparmio al netto di paracadute, introiti, riscatti e botteghino. Salerno merita altro.
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