Il campionato di serie B ha osservato un turno di riposo, ma la nostra Salernitana - purtroppo o per fortuna - ci dà sempre argomenti dei quali parlare. Iniziamo dal cambio di allenatore e dall'ennesimo ritorno di Stefano Colantuono in panchina. In merito ci siamo già espressi la settimana scorsa: con il budget a disposizione non potevamo che aspettarci una scelta non certo di ripiego, ma comunque legata al fatto che il mister fosse già a busta paga. Un uomo società, un aziendalista, ma anche un allenatore che conosce la piazza e che ha collezionato centinaia di presenze anche in categorie superiori. Certo, avrebbe fatto tanto piacere rivedere in granata gente come Breda o Castori, vincenti e legati per davvero alla maglia. Oppure, perchè non concedere una chance a Capuano. Del resto abbiamo visto - con tutto il rispetto - Cerone, Sanderra, Liverani e Costantini: quanto basta per auspicare che, un giorno, il vulcanico Eziolino possa avere questa opportunità.

Considerando che l'obiettivo non è quello di vincere e che si spera di ricavare il massimo da innesti a costo quasi zero, potrebbe essere utile puntare sulle motivazioni di chi ha confermato a più riprese di essere un tifoso della Salernitana. In bocca al lupo, comunque, a Colantuono che eredita una bella gatta da pelare e che dovrà fare i conti con un Sassuolo apparentemente imbattibile e desideroso di riscattare quel 2-2 dell'Arechi che a noi non servì a nulla mentre per loro fu condanna definitiva alla retrocessione. Certo, loro con Berardi e Laurientè e noi con Wlodarkzyc e Gentile: questione di ambizioni presidenziali. A proposito di presidenti, fa un certo effetto riascoltare Lotito sul tema Salernitana. Non sappiamo se le cifre sbandierate in una recente intervista siano veritiere o arrotondate per eccesso, tuttavia è evidente che un bene di sua proprietà, cui valore decuplicò grazie al passaggio dal dilettantismo alla serie A, non potesse essere venduto su imposizione di un organismo sportivo alla cifra di 10 milioni di euro.

Quella Salernitana, pur gestita da Marchetti e dai trustee, aveva un patrimonio enorme dal quale attingere, tale da spingere l'intera LEGA A ad opporsi all'ipotesi estromissione. Siamo davvero così sicuri che Iervolino abbia evitato esclusione e fallimento? All'epoca la piazza si schierò addirittura al fianco di Gravina, oggi ne stiamo pagando le conseguenze. Perchè la triade romana resta, risultati alla mano, la migliore della storia e perchè siamo passati da San Siro a Bolzano, da Ribery a Velthuis, da Fabiani a De Sanctis, da due proprietari presenti a un patron che si dimette e paga Busso eleggendolo presidente. Nessuno, dunque, si senta esonerato da responsabilità rispetto a un terzultimo posto che fotografa un mercato in entrata largamente insufficiente. Se si continuerà a dar credito a certi pseudo-tifosi sulle pagine social o a personaggi che hanno già rovinato la Salernitana, le cose sono destinate ad andare peggio. Sappiamo, però, che è una lotta contro i mulini al vento. Ormai Salerno è questa, chi è causa del suo mal pianga sè stesso.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 novembre 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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