Un esonero nell'aria da tempo, una decisione presa sotto traccia già dopo la partitaccia di Cosenza e che è stata ufficializzata dopo il ko interno contro un Bari tutt'altro che irresistibile, ma guidato egregiamente dagli ex Radunovic, Pucino e Mantovani. Tre dei tanti innesti di spessore che all'epoca garantirono il ds Fabiani e i due presidenti più vincenti della storia. 

Paga Martusciello per tutti? Questo lo capiremo strada facendo, visto che ci sono tensioni in atto che potrebbero aprire qualunque tipo di scenario. Ma restiamo sull'oramai ex allenatore della Salernitana. Persona perbene, professionista serio, tecnico che ha sposato la causa granata quando Sottil decise di fare un passo indietro subodorando il ridimensionamento societario. Non bisogna mai dimenticare in che condizioni abbia svolto il ritiro e come abbia plasmato un gruppo che, con tutti i suoi limiti, ha sempre sudato la maglia e che avrebbe senz'altro meritato più di quello che ha raccolto.

Tuttavia nel calcio contano i risultati e vincere appena 3 gare su 13, conquistare due punti nelle ultime 5 gare casalinghe e ottenere un solo successo in 11 match ufficiali è troppo, troppo poco. Ancor di più perchè l'allenatore non sembrava preoccupato per una classifica deficitaria e perchè la Salernitana subiva sempre gli stessi gol. La sensazione, purtroppo, è che per gli avversari fosse diventato troppo facile prendere le contromisure a una squadra propositiva, forte nel possesso palla, ma paradossalmente quasi mai pericolosa e capace di concedere ripartenze anche quando giocava in trasferta.

Lo score contro il Bari parla di 25 tentativi a due e questi numeri parlerebbero di un esonero ingiusto. Però, come detto, la decisione era stata presa da almeno una decina di giorni e si aspettava solo l'occasione per mettere nero su bianco sancendo il quarto ritorno di Colantuono. Quello che accettò di traghettare una Salernitana già retrocessa e che, a questo punto, avrebbe avuto più senso trattenere dall'inizio permettendogli di plasmare l'organico in base al suo credo senza doversi ritrovare oggi a stravolgere tanto visto che - tanto per fare un esempio - gli esterni offensivi rischiano di fare fatica.

In bocca al lupo, ovviamente, al "nuovo" allenatore che ha esperienza, carisma e conoscenza per guidare una rosa che, lo ribadiamo, va solo corretta su qualche atteggiamento tattico, visto che i comportamenti sono sempre stati seri e professionali. Certo, sarebbe bello che si desse spazio a gente come Gentile (domani, al pari di Verde, premiato a Latina nell'ambito del Gran Galà del calcio italiano), Ruggeri, Kallon e Hrustic che sin qui si è vista pochissimo, mentre ad altri - leggasi Tello - la maglia da titolare era quasi cucita addosso a prescindere.

Ovviamente il cambio di allenatore servirà a poco se ci saranno tensioni interne. Milan ha parlato pubblicamente dell'operato del ds omettendo, però, con quali difficoltà e con quanti paletti abbia dovuto lavorare. E' alquanto ingeneroso, non ce ne voglia l'AD, puntare il dito contro chi ha risanato il bilancio formando una rosa per loro stessa ammissione competitiva con un budget ridotto all'osso e cordoni della borsa ben chiusi. Sarebbe opportuno che si espongano in conferenza stampa solo gli uomini di calcio, quelli ai quali dover dare carta bianca a gennaio.

Perchè il rientro sulla scena (che però appare già un lontano ricordo) di Iervolino e le parole di Milan e Busso avranno senso se e solo se a gennaio si spenderà il necessario per acquistare almeno quattro giocatori forti, senza aggrapparsi ad altri alibi nè anteporre a tutto le cessioni come accade tra tre sessioni a questa parte. Se poi si vuole sottovalutare il pericolo, allora si rischia davvero il doppio salto all'indietro. Ma se ne sono accorti che, senza i baresi, allo stadio ci sarebbero stati vuoti desolanti in tutti i settori?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 18 novembre 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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