Se andassimo a rileggere gli ultimi editoriali post partita, ci renderemmo conto che si rischia di essere ripetitivi. Eppure questa Salernitana in modalità copia e incolla continua a recitare sempre il medesimo copione: nessuno la mette sotto, produce diverse occasioni, anche oggi ha calciato verso la porta 25 volte contro le 5 di un avversario ampiamente alla portata, eppure non segna, non difende bene e subisce gol per errori clamorosi e imperdonabili a questi livelli.

Ci dispiace molto per Martusciello, professionista molto serio che ha accettato Salerno in un momento di crisi generale e con un ritiro svolto tra una miriade di problematiche e difficoltà. Tuttavia nel calcio contano i risultati e i numeri sono impietosi: un solo successo nelle ultime undici gare ufficiali, 2 punti nelle ultime 5 partite in casa, terza peggior difesa della B, possesso palla sterile e quasi nullo all'interno dell'area di rigore avversaria, terzultimo posto con appena 13 punti. Legittimo che la società valuti un esonero, a patto che si vada su una prima scelta.

Ci è dispiaciuto, invece, leggere tra le righe una critica pubblica all'operato di un direttore sportivo che ha dovuto fare i salti mortali per allestire una rosa dignitosa per la categoria. L'amministratore delegato Maurizio Milan fa bene a ricordare che la Salernitana è quinta per monte ingaggi, ma dovrebbe aggiungere che pesano a bilancio soprattutto gli stipendi di Simy, Sepe, Bronn, Maggiore e Fiorillo che certo non sono stati portati da Petrachi.

Inoltre bisognerebbe chiedere alla società come mai tante trattative per giocatori importanti siano state interrotte per motivi di bilancio, quando al ds si imponeva di cederne 2-3 per prenderne uno. Possibilmente in prestito e con uno stipendio accessibile. Considerando quante entrate ha garantito Petrachi e quanto è stato risparmiato per il monte ingaggi, è doveroso rimarcare che per qualunque dirigente sarebbe stato complesso convivere con situazioni anomale. Perchè e a giugno parli con la Brera e a luglio con un presidente ad un passo dalle dimissioni c'è poco da fare.

E allora sarebbe opportuno lavare i panni sporchi in famiglia, dando fiducia a uomini di calcio che non hanno mai avuto carta bianca e che hanno dovuto lavorare con la calcolatrice in mano nel rispetto di parametri troppo stringenti per chi avrebbe avuto l'obbligo morale di allestire da subito una rosa che potesse vincere il campionato. Che poi qualche innesto possa essere stato sbagliato fa parte del gioco e nessuno è infallibile. Ma è comunque un autogol criticare gente che sta nel calcio da una vita, soprattutto dopo lo "spettacolo" a cui abbiamo assistito in A l'anno scorso.

Cosa fare ora? E' evidente che l'allenatore sia ad un passo dall'esonero ed è altrettanto evidente che dalla scelta del sostituto si capiranno tante cose. Iervolino metterà a disposizione un budget giusto per una guida tecnica che valorizzi al massimo una rosa non completa ma che certo non vale 13 punti e che, pur avendo vinto pochissimo, ad oggi non è stata messa sotto da nessuno? E davvero la società è convinta che a gennaio non si debba investire per almeno 3-4 pedine di categoria? E che progetto triennale è se si va sui prestiti senza escludere una cessione del club?

La piazza, che si sta progressivamente allontanando dagli spalti (oggi, su 18mila, c'erano almeno seimila baresi e il tifo è stato freddo e poco coinvolgente), ha accantonato ogni contestazione, contrariamente a quanto accadeva con i "romani". Si ripaghi la fiducia e la pazienza dell'ambiente riconoscendo i propri errori e fidandosi di chi parla di calcio e non di economia. La classifica preoccupa e non basterà licenziare Martusciello se non si farà chiarezza anzitutto su cosa si vorrà fare da grandi in assenza di acquirenti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 novembre 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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