Fatta eccezione per una decina di "superstiti" che continuano a portare avanti slogan pro società (gente che forse in questo biennio ha vissuto su un altro pianeta o ha seguito un'altra squadra), la letterina pubblicata sabato pomeriggio sull'app ufficiale della Salernitana non ha fatto breccia nel cuore della tifoseria granata. Quella che, ricordando tutto quello che è accaduto in queste due stagioni pessime, ha intonato un eloquente "meritiamo di più" dopo il gol del 2-0.
Perchè la salvezza andrà sicuramente celebrata, ma non festeggiata, visto che chi ci ha preso in A portandoci ad un passo dal derby con la Cavese avrebbe avuto da subito l'obbligo morale di allestire una corazzata per tentare di tornare da subito in massima serie, come fatto dal Sassuolo che, con il medesimo paracadute e tanti problemi, ha annunciato il nuovo allenatore a maggio trattenendo i migliori e ricostruendo da subito, senza trattative con fondi stranieri o dirigenti costretti a vendere quattro per prenderne uno.
Se si pensava di commuovere la piazza con la pubblicazione di un discorso privato, probabilmente è stata sbagliata la strategia. E il fatto che solo determinati "canali" privilegiati abbiano veicolato insistentemente il messaggio (l'avessimo fatto noi all'epoca dei romani...!) conferma che c'è chi davvero si sta divertendo a rappresentare una realtà lontana anni luce dalla verità.
Ben venga che Iervolino sia tornato allo stadio e che abbia parlato alla squadra, intendiamoci. Se gli stessi calciatori, nel post gara, hanno ammesso che il suo discorso ha inciso sul risultato e sulla prestazione allora non possiamo che crederci ed esserne lieti. Lo avesse fatto prima forse staremmo parlando d'altro, ma è inutile piangere sul latte versato.
A nostro avviso, però, sono finiti i tempi in cui la tifoseria si faceva emotivamente coinvolgere da letterine d'amore e o frasi sdolcinate. Ricordate il teatrino squallido all'epoca del Nicola che va-Nicola che viene con annessi baci e abbracci sulla pagina facebook con chi lo avrebbe esonerato tre mesi prima? Ecco, oggi la gente di Salerno aspetta i fatti e non si accontenta di ricevere complimenti ed essere definita "leggendaria" se da più di un anno sono stati chiusi i rapporti...senza motivo.
Ben vengano le querele a chi diffama e a quei leoni da tastiera che non rappresentano nessuno e che spesso sono talmente vigliacchi da trincerarsi dietro l'anonimato e prendiamo le distanze da chi ha utilizzato l'offesa personale come strategia di dissenso. Assolutamente. E nessuno cancella il primo biennio fatto di investimenti, successi e di un legame profondo e sincero con la piazza. Ma, dopo la retrocessione peggiore della storia del calcio e un'estate sportivamente parlando surreale, è triste certificare che l'unica intervista sia arrivata sui canali del club e con domande gioco-forza da tappeto rosso e senza contraddittorio.
Col Sudtirol c'erano 14mila spettatori. Ripetiamo, 14mila! Per una squadra in zona retrocessione dall'agosto del 2023, tutt'altro che rinforzatasi a gennaio, con il quarto allenatore stagionale in panchina, un ds sfiduciato da tutti e sullo sfondo l'eco degli sfottò arrivati finanche da Castellammare di Stabia. Per ricucire lo strappo sarebbe bastato andare sotto ogni settore, ringraziare il pubblico per un sostegno che ha inciso almeno quanto la chiacchierata con i calciatori e poi venire in sala stampa per fare appello all'unità di ogni componente per poi garantire l'allestimento di una corazzata a giugno.
Non serve granchè, se non agli innamorati e agli osannatori a prescindere, leggere quelle righe se poi prosegue la strategia del silenzio verso chi è "vittima" degli errori della società, ma ha accantonato ogni forma di contestazione. Metterci la faccia sarebbe un segnale vero, anche a costo di accettare fischi sacrosanti. Siamo certi che da lì si potrebbe davvero scrivere un nuovo capitolo. Tutto il resto è palcoscenico, direbbe qualcuno. Salerno ha bisogno di risposte, presenza e programmazione e non dell'amanuense di turno. Intanto tutti uniti per vincere lunedì: sbancare il Tombolato significherebbe fare un passo in avanti decisivo per la salvezza diretta.
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