Doppio ex della sfida in programma lunedì pomeriggio al Tombolato, Romano Perticone (allenatore del Mestre e artefice di una stagione importante) ha rilasciato una intervista esclusiva alla redazione di TuttoSalernitana. Ecco le sue dichiarazioni: "E' vero che a Cittadella ho giocato per più tempo e che a Salerno non sono riuscito a lasciare il segno, ma dico solo che una piazza come la vostra non può retrocedere. E' inimmaginabile una Salernitana in serie C, con un pubblico stupendo e una piazza che ti spinge in quel modo. Non bisogna essere ipocriti: è la partita decisiva. Per entrambe. Ho visto il calendario, una vittoria sarebbe oro colato per i campani".

Perticone prosegue: "Non entro nel merito di situazioni che non conosco, dico soltanto che non ci sono più alibi e che il tempo a disposizione è sempre meno. La Salernitana ha un buon organico, è reduce da una vittoria e ora, dopo quattro cambi di guida tecnica, tocca ai giocatori sentirsi responsabili e tirare fuori qualcosa in più. La vittoria col Sudtirol sicuramente ha riacceso l'entusiasmo e ha dato serenità e consapevolezza ad un ambiente che sembrava ormai rassegnato. Sarà fondamentale la continuità. L'allenatore bravo è quello che sa essere intelligente nella gestione del gruppo: tutti devono sentirsi parte integrante di questa fase delicata".

Inizia poi la chiacchierata amarcord: "Sono arrivato nel 2018 e non potrò mai dimenticare la scenografia all'esordio col Palermo. Una delle più belle che abbia mai visto in uno stadio durante la mia carriera, da brividi. E giocai anche una buona gara. Sento spesso parlare di pressioni e senza dubbio non è semplice e non è per tutti giocare a Salerno. Ma parliamo di una piazza che spinge per 90 minuti, che ti fa sentire giocatore: raramente in Italia ho trovato posti in cui è bello fare calcio come lì da voi. 15mila persone in casa, 2-3mila fuori...di che parliamo? E'  un enorme vantaggio avere la gente dalla tua parte".

Perticone prosegue: "Improvvisamente le cose non andavano per il verso giusto, ci ritrovammo ad inanellare una serie di risultati negativi. Poi arrivò Menichini e la squadra ebbe una grande reazione nella doppia sfida playout con il Venezia, preparata in un contesto anomalo visto che le questioni burocratiche prevalsero su quelle tecniche. Mi piace pensare che quella salvezza così sofferta fu preludio al trionfo successivo del mio amico Castori. Mettiamola così: magari accadrà la stessa cosa. Difficoltà quest'anno, raggiungimento dell'obiettivo e lotta per andare in serie A nella prossima stagione".

All'epoca Menichini aprì le porte degli allenamenti per creare la simbiosi con il pubblico, l'attuale società invece spesso non coinvolge la gente. Si chiede a Perticone quale sia la scelta migliore in una fase così delicata: "Se fossi ruffiano ribadirei ancora una volta quanto conta il pubblico. Ci sono però effettivamente dei momenti in cui bisogna confrontarsi nello spogliatoio e capire quali siano i problemi. Se però riesci a coinvolgere 15mila persone portandole sugli spalti nella gara decisiva è ovvio che fa tanta differenza".

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 18 aprile 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print