Il più che discreto avvio di stagione della Salernitana targata Petrachi-Martusciello aveva fatto cullare ai tifosi granata speranze di poter vivere se non la stagione del pieno riscatto quanto meno un'annata radicalmente diversa dalla precedente. Per fare meglio di un disastro sportivo sarebbe stata sufficiente un po' di normalità, una ritrovata serenità ed armonia tra i vari attori in gioco. Non solo i risultati del campo, ma anche i segnali di un gruppo che appariva rigenerato, unito da obiettivi comuni e disposto a seguire i propri mentori, ovvero il tecnico Martusciello e il ds Petrachi, avevano incontrato il pieno consenso del popolo del cavalluccio marino, in fase di riavvicinamento ai propri colori. Nulla fu più illusorio però, e la trasferta vittoriosa di Palermo si sarebbe a posteriori rivelata ad un tempo il punto più alto della parabola della Bersagliera e l'inizio della fine, ovvero dello sprofondo verso una crisi di identità prima ancora che di risultati. Involuzione totale e ad ogni livello è purtroppo quanto capitato alla Salernitana, ripiombata in un caos assoluto, caratterizzato da un conflitto tra figure di peso rilevante all'interno del club, da intromissioni e colpi bassi interni e dalla percezione di un brancolare un po' nel buio da parte della proprietà, sempre più lontana e distaccata da squadra e staff tecnico.
Una squadra con carenze strutturali palesi, incompleta numericamente e in notevole deficit fisico atletico era normale che, dopo un inizio gagliardo e prestazioni oltre i propri stessi limiti, finisse per sciogliersi come neve al sole primaverile, con la riemersione degli interessi personali e di bottega a discapito del fine comune. Un film drammatico e soprattutto già visto e vissuto, ma con un elemento nuovo, che non va certo trascurato, anzi che va letto e inquadrato: il nuovo modo di interpretare il suo importante ruolo da parte dell'ad Maurizio Milan e le sue ultime mosse di rilevanza pubblica. L' amministratore delegato timido e nascosto nell'ombra della proprietà avrebbe lasciato il posto ad un uomo in prima linea che, a seguito di quello che sarebbe un autentico sussulto di orgoglio, si sarebbe esposto assumendosi responsabilità e provando a dettare la strada da seguire, con il dare speranze ad una piazza tramite promesse stavolta più forti e precise, anche per il tramite di inedite parole ed espressioni forti adoperate pubblicamente. Da fido ed assenziente scudiero di Iervolino a condottiero del tentativo di reazione per evitare un misero destino al cavalluccio marino, ovvero per esorcizzare una retrocessione in una categoria che crea sgomento anche senza nominarla e che la città ovviamente non merita.
Uscite pubbliche forti quelle di Milan nelle ultime settimane, ad iniziare da quella forse meno opportuna dell'attacco al ds Petrachi, che andrebbe letto ed inserito in un clima di indebolimento della figura del direttore sportivo che progressivamente avrebbe preso corpo in società, e che, forse, potrebbe essere stato mal percepito da un gruppo che si era affidato al duo Petrachi-Martusciello e attorno a loro si stava forgiando. Parole pesanti di Milan si sono poi susseguite negli incontri-confronti con la tifoseria, tra promesse di immediati e rilevanti rinforzi di mercato, rivelazioni in anteprima sul budget da stanziare e tra ammissioni di errori e di attraversare un momento terribile. L'ad sembrerebbe trasformato e si starebbe ergendo come uomo chiamato a invertire un trend rovinoso per la Salernitana, anche a costo di andare in conflitto con Iervolino dissentendo riguardo a determinate scelte ed atteggiamenti della proprietà granata. Non più uno yesmen come la piazza aveva iniziato ad etichettarlo , bensì una figura che reclama tutto il proprio potere di indirizzo delle strategie del club e che, pur senza mai dirlo apertamente, dà ad intendere di voler dichiarare guerra a coloro che, privi di ruoli ufficiali, pretenderebbero di influenzare le decisioni della società per il solo fatto di gravitare attorno al patron di Palma Campania.
Milan avrebbe voluto lanciare un chiaro messaggio relativo al fatto che non consentirà più a nessuno di giocare con il suo nome e la sua faccia, perché chi ha un ruolo apicale nella Salernitana è lui ed a lui spetta di attuare a livello esecutivo gli obiettivi posti da Iervolino . Milan ora si è esposto ed è uscito da una comfort zone in cui appariva in agio, forse anche per quei suoi modi gentili e costumati che gli sono propri. La signorilità e lo spirito democratico di delegare e dare spazio non hanno pagato e di ciò l'ad sarebbe divenuto ben consapevole, in nome di una sua volontà di incidere senza più guardare in faccia a nessuno. Milan avrebbe pagato finora anche l' essere alquanto nudo di calcio e inesperto a livello di gestione di un club calcistico professionistico, un universo troppo a se stante rispetto alle aziende e alle strutture da lui sapientemente gestite in carriera. A complicargli il lavoro è stato infine il doversi rapportare con un presidente e poi patron anch'egli inesperto calcisticamente e troppo umorale ed ondivago, esposto com'era alle influenze di personaggi vari che ronzerebbero attorno all'universo Salernitana, fattore che lo stesso Milan aveva sottovalutato fino a poco tempo fa. Il nodo ora, però, sarebbe uno: dare fiducia a Petrachi oppure cambiare e ripartire da un nuovo uomo mercato?
La scelta è delicata e non può davvero essere fallita, con Milan che vuole giocare un ruolo chiave e non vuole subirla. La risposta al suddetto quesito urge arrivi presto e potrebbe essere anche in controtendenza con l' orientamento di una piazza che in larga maggioranza vorrebbe si continuasse con Gianluca Petrachi direttore sportivo. Colantuono ha lasciato ed era inevitabile, troppo palese il flop di un uomo rispettabile e che si è rivelato dignitoso, ma che oramai è un ex allenatore e come tale viene percepito da un gruppo che ha dimostrato di non seguirlo. A proposito di Colantuono: è stato davvero Petrachi a sceglierlo e volerlo come successore di Martusciello? Il ds così dichiarò esponendosi in pubblica conferenza e ciò francamente sarebbe un errore rilevante, da matita blu per un manager esperto e competente quale l'ex uomo mercato di Torino e Roma. Vedremo se l'attuale ds potrà riscattarsi conducendo il prossimo imminente e fondamentale calciomercato invernale della Salernitana, una sessione da dove dovranno giungere gli acquisti (e le cessioni ) decisivi per la salvezza. Il tempo degli errori è finito, inizia ora quello degli uomini veri.
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