Il risveglio è stato molto amaro. Per la classifica, per il risultato, per una situazione che ci fa temere la seconda retrocessione consecutiva, ma soprattutto per l'atteggiamento avuto dai calciatori per buona parte della gara col Frosinone. Quella da dentro o fuori e che valeva sei punti, per stessa ammissione di Breda, ma che è stata affrontata come peggio non si poteva, al punto da rischiare la sconfitta casalinga contro un avversario modesto e in difficoltà.

Tutte le componenti, come non accadeva da tempo, hanno spinto per l'intera settimana con l'unico obiettivo di aiutare la squadra. Titoli ad affetto sulle testate giornalistiche, aggiornamenti costanti su una prevendita che ha toccato numeri importanti, appelli sul web, video celebrativi su facebook, uno striscione in provincia e appelli continui. Con il discorso di Iervolino alla squadra a dare ulteriore carica ad un ambiente che da tempo non viveva con tale trasporto una partita della Salernitana e che, col passare dei giorni, ha capito che nessuno dovesse mancare all'appello.

Ultras e club, lo zoccolo duro, c'erano come sempre. La provincia è stata ben rappresentata, con la bella storia di una famiglia di Calvanico che ha garantito una decina di presenze nei distinti "perchè, pur non essendo assidui frequentatori dell'Arechi ritenevamo giusto sostenere la squadra della nostra città e far innamorare i nostri figli e le nostri nipoti della Salernitana". E la loro esultanza dopo il gol è stata davvero da brividi.

E poi famiglie, scuole calcio, associazioni, studenti, under14, tifosi speciali, gente con i capelli bianchi che si emozionava come fosse la prima volta. "Non sono riuscito a dormire, la Salernitana è la mia vita ed è una settimana che aspetto che passino i giorni per vedere una partita decisiva. Non voglio andare in serie C" diceva Rocco Olivero con le lacrime agli occhi all'esterno della tribuna, laddove De Cesare manifestava una certa preoccupazione "perchè non so se questi calciatori hanno la personalità per fare la partita della vita, è la classica gara che si vince negli spogliatoi. Ma hanno gli attributi?".

La squadra, l'allenatore, il direttore sportivo e la società hanno "tradito" tutta questa gente, a fine gara c'era un silenzio assordante e anche nei 90 minuti il tifoi non è stato costante e trascinante come in altre occasioni. Perchè il pubblico ha assistito davvero con incredulità allo spettacolo poco edificante di un primi tempo giocato senza idee, senza impegno, senza cattiveria agonistica, senza entusiasmo, senza organizzazione, senza anima. Uno dei più brutti mai visti allo stadio. E se la Salernitana non ha perso lo deve soprattutto all'aiuto della gente. Senza quel clima chissà come sarebbe andata a finire. E chissà quando rivedremo un Arechi gremito come ieri...

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 24 febbraio 2025 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
vedi letture
Print