La Salernitana, la nostra cara Bersagliera del calcio italiano, venerdì ha ricevuto la gradita visita del suo patron Iervolino, calato come un moderno Caronte al Mary Rosy - che di rose, in questo momento, ha ben poco.

Il nostro prode imprenditore da qualche settimana a questa parte si è improvvisamente ricordato di avere una squadra. Come un padre che si accorge del figlio solo quando questi rischia la bocciatura, eccolo materializzarsi al centro sportivo, accompagnato dal fido Milan, per dispensare quella che nel gergo moderno chiamano "moral suasion".

"Il passato è passato", tuona il patron, come se la storia potesse cancellarsi con un colpo di spugna. Ma il passato, cari lettori, è come una suocera: si fa sentire sempre nel momento meno opportuno. E così, mentre la squadra arranca come un pugile suonato, il presidente riscopre l'ardore del tifo e la "totale fiducia" - quella fiducia che, come il caffè del bar, si serve sempre calda quando il termometro della classifica segna temperature polari.

La verità, amici miei, è che l'abisso della Serie C fa più paura di qualsiasi contestazione. E così, quello che fino a ieri era un freddo distacco, oggi diventa un caloroso abbraccio. La partita col Frosinone è imminente, e con essa il momento della verità. Perché nel calcio, come nella vita, puoi cambiare tutto: l'allenatore, i giocatori, persino il modulo. Ma non puoi cambiare la legge di gravità. E quando precipiti, precipiti e basta.

Ma noi, da vecchi romantici quali siamo, vogliamo ancora credere ai miracoli. Magari questa visita presidenziale sarà davvero la scintilla per una rinascita. D'altronde, nel calcio, come nell'amore, non è mai troppo tardi per rimediare a un errore. A patto che ci sia ancora qualcuno disposto a crederci.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 23 febbraio 2025 alle 16:00
Autore: Giovanni Santaniello
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