La premessa, quasi scontata, è che lo scetticismo di tutti, la freddezza dell'ambiente e la rabbia sportiva all'indirizzo della società e del suo presidente sono ampiamente giustificabili. Chi c'è legge sa, ad esempio, che in estate scrivemmo un editoriale provocatorio intitolandolo "campagna zero abbonamenti", tanto per essere chiari. E chi segue il nostro sito sa perfettamente che non siamo stati tenerissimi nei confronti dell'attuale proprietà nemmeno quando ci si salvava in modo trionfale e l'osanna a prescindere era sentimento diffuso.

Ora, però, riteniamo sia necessario fare tutti un passo indietro e pensare esclusivamente al bene della Salernitana. Il segnale è stato lanciato, con stadio mezzo vuoto per le ultime gare del 2024, una contestazione civile e una ritrovata compattezza tra le varie anime del tifo.

La società, lacunosa sotto molti aspetti, ha preso atto, attraverso Milan ha chiesto scusa e, dopo tante parole, sta provando a farsi "perdonare" con i fatti scuotendosi dall'apparente torpore con una serie di decisioni rapide a gennaio (anche se il mercato non è stato dispendioso come promesso, anzi ha lasciato in eredità almeno due gravi lacune), un allenatore che ama la Salernitana e un direttore sportivo aziendalista che evita polemiche.

Ora c'è una categoria da salvare e, fino a giugno, sarebbe opportuno mettere da parte ogni cosa (le responsabilità sono chiare, i pensieri sono stati ribaditi più volte) cercando di non vederla nera come la mezzanotte a prescindere. Perchè i pregiudizi, in un senso o nell'altro, non fanno crescere e non aiutano.Ha poco senso restare a casa oggi e poi magari venire in 25mila ad aprile o maggio quando si giocheranno le partite decisive. Ora conta solo la Salernitana, una retrocessione sarebbe un dramma sportivo.

Gli appelli sono inutili: per chi è tifoso è sufficiente capire il momento per fare il biglietto ogni volta che si gioca in casa. Che poi si speri in una svolta societaria o in un patron che torni ad essere quello dei primi due anni è legittimo. Ma, senza voler scadere nella retorica e nella banalità, ricordiamo sempre che tutti passano e la maglia resta. E vincere sul campo domani è l'unica cosa che conta. Con oltre 15mila persone che vengono per partecipare e non perchè si paga poco ci sono davvero le possibilità per dare un senso a un'annata ad ora tremendamente deludente.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 23 febbraio 2025 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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