A Valentini e Breda è affidata la missione salvezza. Entrambi avevano avuto rassicurazioni circa la possibilità di intervenire concretamente sul mercato “anche a costo di fare un importante sacrificio economico”. Invece, facendo un saldo tra arrivi e partenze, c’è stata forse una spesa di 650mila euro lordi. Se si considera che l’Avellino, in C, ha investito il doppio per prendere Lescano possiamo ben capire che qualcosa non quadra.

E questa riflessione va oltre il valore dei giocatori che sono arrivati. Perchè in fondo con Christensen, Lochoshvili, Cerri e forse Caligara e Raimondo c’è stato un passo in avanti rispetto agli errori clamorosi fatti da Petrachi nell’estate scorsa e al disastro targato Sabatini nel gennaio del 2024. Resta, però, la sensazione di “vorrei, ma non posso”, visto che all’appello mancano ancora un difensore rapido, un centrocampista di qualità che sappia anche calciare dalla distanza e saltare l’uomo e un attaccante di spessore.

Se a Cerri venisse un raffreddore, davvero ci presenteremmo in campo con Wlodarczyk, uno che ha fatto peggio di Simy e che è rimasto soltanto per motivi regolamentari? Valentini, comunque, non ha nascosto la sua soddisfazione: “Abbiamo messo a segno nove innesti spendendo più di quanto preventivato, sono partito per Milano con l’ok del club per ulteriori investimenti che ho preferito non fare. Certo, ci ho provato per Saric, Valoti, Henry, Russo e un paio di giovani dell’Udinese, ma sono contento del lavoro svolto in piena sintonia con l’amministratore delegato e con il mister. Quando sei ultimo non puoi permettere di prendere giocatori a titolo definitivo, occorre molta oculatezza”.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 13 febbraio 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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