Stiamo leggendo da più parti che "non erano queste le partite da vincere" e che "il Sassuolo sia troppo superiore alla Salernitana per sperare di portare a casa punti".

La nostra unica domanda è: perchè? Assodato che l'ambiente ha accettato troppo passivamente il ridimensionamento messo in atto già da due anni, con la complicità di parte della stampa che ha raccontato finte verità pur di accaparrarsi l'esclusiva o non intaccare rapporti personali, vorremmo ricordare a tutti che il Sassuolo è una neo-retrocessa esattamente come la Salernitana, ha percepito lo stesso paracadute (ben 25 milioni) e ha avuto le medesime problematiche relative a un monte ingaggi da tagliare e ai musi lunghi di calciatori che in B proprio non volevano restare.

Le differenze però sono evidenti e partono da un presupposto fondamentale: c'è chi da subito ha dichiarato apertamente la volontà di tornare in A scusandosi con i pochissimi tifosi al seguito e chi ha pensato a risparmiare, a incassare e a dimezzare gli stipendi dimenticando le promesse fatte all'atto dell'insediamento.

Del resto lì il nuovo allenatore è stato ufficializzato 48 ore dopo la retrocessione aritmetica mentre qui, scesi virtualmente a febbraio, abbiamo dovuto aspettare il dietrofront di Sottil e la toccata e fuga di Fontana prima di puntare su un "eterno secondo" ritrovandoci poi per la quarta volta mister Colantuono. E poi la gestione dei singoli.

Qui Petrachi ha detto apertamente che avrebbe mandato via tutti, o quasi, a Sassuolo invece hanno fatto di tutto per trattenere Laurientè, anche a costo di tenerlo ai margini della rosa per punizione per poi reinserirlo gradualmente. Idem Berardi, quel talento che qui poteva essere il Dia, il Candreva o il Gyomber di turno. 

Iervolino, che nel gennaio 2022 parlava di modello Sassuolo, oggi dovrebbe imparare per davvero da chi fa calcio da oltre un decennio con risultati importanti. Un club che ha, sì, sacrificato tanti big realizzando plusvalenze, ma con un settore giovanile forte alle spalle, nessuna "lotta" alle grandi (cosa che ha inciso sul mercato), e dopo anni di assestamento in A. Non subito, non dopo aver illuso la piazza parlando di Europa, Cavani, Mertens e tecno-entusiasmo. Nessuno si meravigli di questo terzultimo posto: nemmeno ai tempi del presunto galleggiamento si stava così male.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 24 novembre 2024 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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