Inizierà a breve la conferenza stampa del nuovo tecnico della Salernitana Stefano Colantuono, al suo quinto campionato alla guida dei granata. Al suo fianco ci sarà il direttore sportivo Gianluca Petrachi, non dovrebbero esserci invece esponenti della società. Potrete seguire la diretta testuale qui su TuttoSalernitana, per restare aggiornati basterà premere il tasto f5.

Ore 12 - Inizia la conferenza, parola al direttore sportivo Petrachi:

"Mi sarebbe piaciuto non fare una conferenza stampa, mi dispiace per l'esonero del tecnico Martusciello. Va ringraziato per il lavoro che ha svolto e per la sua professionalità. In questi mesi ha subito una serie di cose che non vanno sottovalutate, si è partiti in modo non limpido e con tantissime difficoltà. Si è buttato a capofitto in quest'avventura dando più del 100%. A volte, però, il calcio è spietato e purtroppo dobbiamo valutare anche i risultati che, sostanzialmente, per come sono maturati hanno comportato una riflessione. C'era un trend negativo da interrompere, abbiamo perso spesso e in modo uguale.

Da responsabile dell'area tecnica devo essere pragmatico e non sentimentale, ho deciso di fare questo passo tenendo presente anche dell'insoddisfazione del proprietario e della società. Lo ringrazierò sempre, credo che ha lasciato tanto di suo in questa squadra e ci sono buone basi dalle quali ripartire. Il calcio, però, è questo e gli auguro le migliori fortune sperando che possa ripartire presto da un'altra parte, magari con quella buona sorte che è venuta meno. Ora si apre un nuovo capitolo".

Lei ritiene che quest'organico possa fare di più?

"Parto da una riflessione: Colantuono non è un ripiego. Sapete che sono una persona onesta, con voi e con i tifosi. Con Stefano ho condiviso un percorso importantissimo al Torino, conosce totalmente la squadra e l'ambiente. Se mi fossi affidato a un altro tecnico, che deve ripartire da zero adattandosi alla piazza comprendendo in tempo record le problematiche, avrei corso un rischio. Oggi siamo in una condizione di classifica che richiede un cammino diverso. Ora il club è in sicurezza, tocca alla squadra. Vogliamo fare un campionato dignitoso, con quel carattere che ha sempre contraddistinto me e le mie squadre. Il mister incarna le caratteristiche che io voglio. E' un allenatore pragmatico, che non si inventa nulla.

Ora siamo alla ricerca della codifica delle cose semplice. Dobbiamo scendere in campo lottando su ogni palla, cercando di essere meno bella e più produttiva. Occorre essere più squadra rispetto alla categoria. Sono convinto che possiamo fare molto di più e riprendere il cammino fatto all'inizio. La Salernitana può essere una mina vagante e dare fastidio a tutti. La rosa ha dimostrato, anche col Bari, di correre fino al 95' provandoci in ogni modo".

Prima domanda per Stefano Colantuono.

Il ds ha detto che lei è il miglior allenatore che si potesse scegliere in questo momento. Oggi Colantuono riparte come nel 2017, non con le difficoltà incontrate in A. Come giocherà questa squadra e come si sente emotivamente?

"Ho sempre fatto questo lavoro, anche se negli ultimi anni ho preferito fare uno step diverso. L'allenamento lo vivo da vicino, partecipo e avendo un problema fisico mi sentivo limitato. Curare il settore giovanile è addirittura più impegnativo. L'anno scorso la Salernitana era ormai avviata ad un certo tipo di campionato, la proprietà mi aveva chiesto una mano per non prendere un altro allenatore. Sono qui da sei anni, sono un uomo della società e ho un rapporto speciale con il club. E' l'unica piazza dove sono rimasto per tanti anni, magari resterò ancor di più superando lo score di Bergamo.

Il campionato è ancora tutto da giocare, la categoria è differente e ci sono tutte le possibilità per rimettere in sesto questa squadra. Non dobbiamo fare voli pindarici, dobbiamo migliorare una classifica che non è rassicurante. La B, però, la conosco bene, l'ho anche vinta e so che si decide tutto nella seconda parte. Io sono realista e pragmatico: non si voleva ammazzare il campionato, ma almeno essere lì con le altre. Però può succedere che parti per voler fare un campionato normale e ti ritrovi in alto. Ci sono i presupposti per fare un certo tipo di lavoro, ho accettato la sfida e non mi sento un allenatore di ripiego. Sono tanti anni che faccio questo mestiere, forse sono il più anziano del campionato".

Si torna sul direttore sportivo

Come spiega questa involuzione e perchè non scegliere Colantuono da subito dopo le dimissioni di Sottil?

"Alcune criticità in termini di difetti le avevo già viste due mesi e mezzo fa. Ho avuto un rapporto molto forte con Martusciello, sono al campo tutti i giorni e vedo gli allenamenti. Avevamo avuto diversi confronti, utili a fargli capire che alcune cose funzionavano benissimo e altre meno. Ho dato il mio supporto mettendo a sua disposizione esperienza e visione, ma non posso pretendere che lo staff tecnico faccia quello che gli dico. Mi auguro che le sue visioni gli porteranno dei successi in ottica futura, ma in B occorre fare qualcosa di diverso per ottenere i risultati. Magari adattandosi all'avversario.

Noi invece abbiamo sempre tracciato una linea, percorrendola a prescindere. Se chiedo delle cose e riescono in parte, è evidente servisse cambiare. Il campo avallava le mie riflessioni, se prendo sempre gli stessi gol una domanda devo farmela. Quando un errore si ripete e non correggi, anche i calciatori perdono certezze. Quanto al passato, l'estate scorsa è stata uno tsunami. Sono partito con delle idee e ho cercato di cambiare il più possibile,. Quando Sottil ha fatto un passo indietro, io ho provato a portare una ventata di novità ma col tempo mi sono reso conto di tante cose.

La B è un campionato molto particolare, è più facile salvarsi in serie A che vincere un campionato di B. In A basta battere le dirette concorrenti, in cadetteria la prima perde con l'ultima ed è un torneo ingestibile e non equilibrato. L'equilibrio te lo dà il pragmatismo. Se questa Salernitana avesse giocato in A, con quelle idee, poteva rendere al meglio. Con Stefano, a  Torino,  prendemmo una situazione abbastanza simile, eravamo a tre punti dai playout e presi tantissimi ragazzini dalla C conquistando 41 punti nel girone di ritorno perdendo la finalissima col Brescia. 

Spero che si ritrovi la sana cattiveria che serve in questo campionato. Quando ho parlato con Stefano ho visto motivazioni e disponibilità. Al di là delle qualità tecnico-tattiche,è uno che si impone con i calciatori e la sua struttura fisica incide. Ha un modo suo, anche morfologico, di dare messaggi al gruppo e il problema al ginocchio poteva incidere. Abbiamo tutte le carte in regola per svoltare".

Mister, quale sarà la parte più difficile del suo lavoro?

"La classifica è corta, dobbiamo toglierci da quella posizione di imbarazzo perchè rischi di avere il braccino corto. Abbiamo la fortuna di avere una piazza che spinge e che ti può dare una grossa mano se dimostri attaccamento. Conosco bene la tifoseria e so benissimo quanto contino, dobbiamo essere noi a trascinarli sperando di trovare continuità.

Io non sto contestando il lavoro del mio predecessore, lo ribadisco. Anzi, tante cose buone sono state fatte e la squadra le ha assimilate. Ci metterò del mio, senza stravolgimenti totali. Ci vorrà tempo, ma sono convinto ci siano i presupposti per fare un buon lavoro. Dove potremo arrivare lo dirà soltanto il tempo, è da gennaio-febbraio che il campionato entrerà nel vivo e, con la nuova formula della serie B, sono in tante a disputare i playoff. Addirittura fino all'ottava, contrariamente a quanto accadeva quando vincevo a Bergamo o Perugia. C'è sempre la possibilità di attaccarsi al gruppo.

Ora, però, dobbiamo renderci conto che siamo lì sotto ed è una posizione che dobbiamo abbandonare il prima possibile. La squadra ha le caratteristiche per poterlo fare"

Per il ds. Si pente di non aver preso un mediano di interdizione?

"Secondo me ce l'abbiamo e lo abbiamo visto poco: è Adelaide. Già da mercoledì spero che il mister possa aggregarlo in squadra per poi schierarlo alla ripresa del campionato. Io mi sono avvicinato quanto più possibile alla richiesta del tecnico, voleva gente tecnica che sapesse dare del tu al pallone e ho cercato di soddisfarlo. A mio avviso, però, la squadra non pecca in contenuti, possiamo far legna in mezzo al campo.

Amatucci è altro 165 centimetri, eppure recupera più palloni di tutti. Occorrono determinazione e cattiveria agonistica. Verde, al 94', ha fatto una rincorsa di 40 metri recuperando palla pur essendo sullo 0-2. E' quello che voglio vedere sempre. Poi a gennaio spero di poter avere la possibilità di agire in autonomia. E' vero che la squadra l'ha fatta Petrachi, ma in che condizioni l'ha fatta? Mi prendo le mie responsabilità, ci metto la faccia ma le cose vanno raccontate per come sono andate".

Si è sentito in discussione dopo le parole di Milan?

"Mi sono sentito tirato in ballo e messo in discussione. Tutti lo siamo, non mi spaventa ciò. Mi dispiace è che ci vuole onestà intellettuale nella vita, bisogna essere corretti. Ho detto a Iervolino che questo tipo di passaggio non l'ho trovato di gradevole gusto. Mi assumo le mie responsabilità, ma se mi si dice che siamo quinti per monte ingaggi dico che ho ereditato 9 milioni lordi di cinque calciatori non presi da me. Stiamo parlando del nulla, non nascondo mai niente e sono rimasto molto dispiaciuto. Non credo di meritarlo. Quando sposo un progetto vado dritto per dritto.

Vi assicuro, però, che sono più agguerrito e motivato di prima. Riusciremo a venirne fuori. A gennaio vedremo cosa riusciremo a fare, mi piacerebbe poter metterci dei calciatori senza alcun tipo di vincolo".

Cosa dobbiamo aspettarci a gennaio?

"Anzitutto vorrei un presidente presente, per tutta l'estate parlavo con Milan. Lo vorrei avere al mio fianco in maniera attiva e sono felice di questo riavvicinamento. E' un ambizioso, come me, e spero che tutti i buoni propositi che ravviso oggi possano tradursi in fatti concreti. Se ci sarà da fare dei correttivi spero e mi auguro che si possano fare".

Mister,  è più preoccupato per i gol incassati o per le reti che non vengono segnate?

"Sarebbe scorretto giudicare il lavoro del mio predecessore, lo stimo e non posso entrare ora nel dettaglio. Qualcosa va sistemata, ma i presupposti e i fattori che incidono sono molti. Non sempre è tutto imputabile all'allenatore. Rivedrò qualcosa in funzione di una classifica che ci vede troppo sotto e dovrò lavorare sia sotto l'aspetto difensivo, sia in fase offensiva, ma senza fare lo scienziato.

Proverò ad entrare nella testa di alcuni giocatori che hanno reso al di sotto rispetto alle aspettative, spero possa esserci una scintilla già nella trasferta contro il Sassuolo. Sarà una battaglia e dovremo fare una partita importantissima, come fosse una finale. Non so nemmeno chi affronteremo dopo, focus tutto sulla prossima. Loro hanno giocatori fortissimi, che facevano la differenza in A. Ci vuole una squadra forte di testa, è lì che devo intervenire altrimenti non esci indenne e se perdi lavori male e tra le polemiche. Sfida delicatissima, da studiare con intelligenza".

Alcune cose buone la Salernitana ha fatto nella striscia di partite, ma se non ti difendi in nove dietro la linea della palla fai fatica e devi riempire l'area di rigore in 4-5. Faccio l'allenatore da una vita e alcuni concetti li ho ben definiti, con idee legate a una categoria che conosco bene. In B ci sono concetti fondamentali che abbinerò al buon lavoro di  Martusciello".

Si chiede a Petrachi di commentare le parole di Busso sulle retrocessioni pregresse della Salernitana, ma interviene l'addetto stampa smentendo quanto riportato dai giornalisti e fornendo una versione differente. "Busso non ha mai detto quelle parole". Ne seguono un paio di minuti di confronto con i giornalisti presenti. La chiosa è del ds:

"Busso lo conosco poco, ci sta mettendo l'anima e mettiamoci in condizione di capire che di calcio conosce pochissimo. Non sapendo come funzionano determinate cose, può scappare qualcosina. E' da poco con noi, ma ne sta soffrendo terribilmente e questo ve lo posso assicurare".

Come è possibile passare dalla squadra garibaldina di inizio stagione alla situazione attuale?

"Se non sei ambizioso non ottieni risultati, Iervolino è mortificato dall'idea di giocare in serie B. Noi dobbiamo essere bravi a fare i pompieri, buttando acqua sul fuoco. E' una piazza che si infiamma ma tende anche a deprimersi per il troppo amore che noi avvertiamo e che ci trasferiscono. Non mi sono piaciuti alcuni messaggi che sono passati, vedevo troppa euforia dopo Palermo e chiesi di entrare nello spogliatoio. Martusciello però era contento e chiese a me di godersi il momento positivo. Ma con i proclami non si va da nessuna parte. Sono ambizioso, ma preferisco non dire pubblicamente quelle che sono le mie vere intenzioni. Ho visto meno aggressività e cattiveria, doti imprescindibili in questa categoria.

Forse ci siamo sentiti troppo belli, ci siamo specchiati, abbiamo abbassato la guardia. Ora resettiamo, anche a costo di giocare in maniera più sporca. Bisogna tirar fuori gli artigli e renderci conto che occorre invertire la tendenza".

Per il mister. E' utile avere in gruppo calciatori che ha già allenato?

"Sicuramente può essere d'aiuto, faranno capire ai nuovi quanto tengo al rispetto delle regole e alla disciplina. Preferisco che un calciatore che non sta bene o non se la sente resti fuori, piuttosto che abbassare l'intensità. Domani parlerò con i nuovi. Ma sia chiaro che nessuno deve tirar fuori la formula della bomba atomica. Io devo tracciare una linea retta da seguire, come ho fatto l'anno scorso, pretendendo un certo tipo di comportamenti. Il mio staff? Ogni volta che sono arrivato ho portato qualche figura diversa, ma questo non mi crea problemi perchè mi adatto e si adattano".

Per Petrachi. A gennaio prevede molte operazioni o poche ma mirate che non si limitino a scambi o "cedere prima di acquistare"'

"Il mercato di gennaio è cristallizzato sulle esigenze del mister Colantuono. Se cambiamo qualcosa tatticamente dovremo far uscire qualcuno che era adatto al sistema di gioco precedente. Ci sarà uno sviluppo tecnico che orienterà il mio lavoro. Spero, a gennaio, di poter toccare quelle poche cose che serviranno in piena autonomia".

Interviene Colantuono: "Il Torino veniva da una retrocessione, noi decidemmo di mantenere gran parte di quella ossatura. Gente forte. Purtroppo partimmo male, in una serie B che non dava le opportunità di oggi per giocarsi la promozione. Non riuscivamo ad esprimerci, i primi sei mesi erano necessari per togliere le scorie della stagione precedenti.

Me ne sono accorto ovunque: a Torino, a Bergamo, a Perugia. Quando arrivò Petrachi, da kamikaze calcistico mi disse che voleva fare una rivoluzione, affidandosi a sconosciuti affamati di calcio. Facemmo 41 punti, nel girone di ritorno facemmo più punti di tutti. Peccato per la finale persa col Brescia, all'epoca nettamente superiore a noi. Il nome è importante solo se è mentalizzato, fu una bella storia ed è stata una delle stagioni più belle che io ricordo. C'erano calciatori di Lega Pro, come D'Ambrosio, ma di un certo spessore. Con le primissime donne non vai da nessuna parte".

Il suo contratto sarà rinnovato?

"Ne stavo già parlando con la società, con Milan in particolare, per dare seguito al lavoro fatto nel settore giovanile. Se lo firmo a novembre piuttosto che a dicembre non mi cambia, ma stavamo già programmando la stagione. Io qui voglio stare più a lungo possibile, a prescindere dal mio ruolo. Guidare il settore giovanile, linfa vitale di un club, non è un ruolo di secondo piano. Fusco ha esordito in A, in Primavera ci sono persone interessanti che possono darci una mano e che ho convocato in diverse occasioni.

La società sa quello che penso, io voglio restare. Il discorso economico non c'entra, ringraziando Dio sto bene. Il denaro è importante è fa parte della vita, ma qui sono di casa e tra poco chiederò la cittadinanza. Mi trovo bene con la gente e con i tifosi, accetto la critica e so che qualcuno non ha digerito questa scelta.

Ma sono un salernitano d'adozione, non lo dico per arruffianarmi la piazza. E credo di restare ancora per qualche stagione. Non ero obbligato a restare, il contratto era scaduto. Ho avuto la possibilità di tornare ad allenare, anche all'estero e con offerte importanti. Ma a Salerno c'è un progetto che mi ha suscitato interesse, costruire mi ha sempre stimolato. Poi purtroppo si sono verificate determinate situazioni e mi sono messo a disposizione, ma vi assicuro che in testa sono sempre allenatore".

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 12 novembre 2024 alle 12:26
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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