Forse non ci rendiamo conto di quanto sarebbe drammatico - sul piano sportivo - retrocedere in serie C. Ormai da tempo tutto ciò che ruota attorno alla Salernitana pare essersi appiattito. Altro che dodicesimo uomo, grande tifoseria e piazza straordinaria. Cerchiamo di tornare con i piedi per terra e di trovare la strada giusta per ricaricare l'ambiente in vista di un rush finale che non può prescindere dall'apporto della gente. In modalità 7%, tanto per intenderci.

Ribadiamo quanto detto l'altro ieri: assodate le responsabilità dell'ambiente, di parte dell'informazione, dei sostenitori di sè stessi, della proprietà, dei precedenti allenatori...vogliamo provare a fare fronte comune fino a giugno per il bene della Salernitana o, pur di portare avanti le proprie tesi, si abbandona la nave aspettando la C?

Una volta Salerno era capace di fare la differenza nei momenti decisivi, domenica scorsa invece c'erano gli stessi spettatori di Salerno Calcio-Budoni. Onore a loro, ovviamente. Stoici, innamorati, quelli che hanno diritto di contestare e di dire la propria e che certo non si accontentano di filosofeggiare su questi maledetti social.

Domenica, contro la capolista, si è vista una squadra che ha lottato fino alla fine, con un allenatore che deve avere il tempo di amalgamare un gruppo che subirà ancora grossi stravolgimenti e che potrà trasmettere il suo senso d'appartenenza. I nuovi innesti sembrano tutti all'altezza. Ora c'è la Reggiana: saremo capaci di caricare per tutta la settimana spingendo la gente a venire allo stadio o, come spesso accaduto nella storia, saremo bravi a farci del male da soli?

La società, che è ovviamente responsabile principale di un biennio calcisticamente parlando terribile, qualche piccolo segnale lo sta lanciando. Un ds ambizioso come Valentini, un allenatore che ha spesso inciso da subentrante e che è innamorato della piazza, sette innesti in meno di dieci giorni, la tanto attesa dichiarazione pubblica sulla volontà di non cedere il club, poi le iniziative promozionali per riempire l'Arechi anteponendo il fattore tifo all'incasso. 

Non basta, ovviamente, per cancellare tutto quello che è successo, per smaltire l'enorme delusione per le promesse non mantenute e per il repentino passaggio dalla A all'ultimo posto in B con appena 4 vittorie in 12 mesi, un'estate basata anzitutto sulle cessioni al netto di entrate milionarie e un Arechi terra di conquista anche per avversari modesti e che mai avrebbero pensato di espugnare uno stadio così prestigioso. Ora, però, parlare di ciò che è stato o ribadire i medesimi concetti ogni giorno a cosa serve? Assolutamente a nulla. E, mai come stavolta, gli assenti avranno totalmente torto.

Lanciamo umilmente un appello a Iervolino, presidente che abbiamo criticato - quando necessario - anche quando nel 2022 e nel 2023 era osannato dalla stragrande maggioranza della tifoseria. Venga anche lei allo stadio sabato, faccia vedere che è pronto a salire sulla barca assieme alla gente, ai suoi dipendenti, ai calciatori, a chi proverà ad evitare una retrocessione che sarebbe un bagno di sangue per lei dal punto di vista economico dopo investimenti importanti frutto anche dei pessimi consigli di gente a cui aveva dato fiducia.

Metta in preventivo qualche fischio, non dia peso a chi utilizza i social per offendere sul personale. A questa città e alla sua gente basta poco quantomeno per tendere la mano, per riconoscere meriti pregressi e "perdonare" errori evidenti. C'è stato un appello affinché ciascuno di noi avverta la sensazione di poter essere incisivo per arrivare alla vittoria con la Reggiana e tutto questo avrà senso soltanto se anche il proprietario sarà al suo posto, come non accade da quasi un anno. Ogni componente nella stessa direzione, a fatti e non a parole.

Il passato è nella memoria di tutti, gli sbagli sono stati innumerevoli, le responsabilità sono chiare ed è palese che parte dell'ambiente avrebbe gradito un cambio ai vertici societari. Di tutto questo, però, si discuta a giugno. Perchè ora conta solo una cosa: la Salernitana. E non venire allo stadio per avversione nei confronti della società significherebbe tagliarsi i cosiddetti per fare un dispetto alla moglie. Che senso avrebbe? Uniti si vince, forza Salernitana e tutti all'Arechi!

Sezione: Editoriale / Data: Gio 16 gennaio 2025 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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