Arturo Di Napoli sta seguendo a distanza, ma con affetto il cammino della Salernitana. Una squadra che, per salvarsi, avrebbe bisogno di leader carismatici che latitano all'interno dello spogliatoio. Re Artù ha raccontato in un'intervista alcuni aneddoti ed episodi che riguardano il suo percorso in granata:

"La tifoseria sicuramente saprà scindere la presa di posizione contro la società e il sostegno per una squadra che non può e non deve retrocedere. Noi, con una corazzata, gettammo sangue per andare in serie B. All’epoca era uno spogliatoio di leader e trascinatori. Vi faccio un esempio: quando la partita era piatta e i miei compagni erano molli, trovavo un pretesto per litigare con un avversario o per lamentarmi con l’arbitro.

Da lì il gruppo reagiva, mi venivano dietro, sentivo che i giocatori mi riconoscevano come una guida. Oppure nella famosa partita con l’Ancona. Ebbi rispetto per i tifosi che scioperarono in segno di rispetto per la morte di un ultras della Lazio, ma quella gara era troppo importante e percepivo che ci fosse una polveriera pronta ad esplodere. Con quel silenzio assordante sbagliammo prestazione e chiesi a Fusco di mandare un sms al capo ultras per convincerlo a sostenerci per i restanti 45 minuti.

Mi tranquillizzò. improvvisamente un boato squarciò il silenzio, da brividi! Segnammo subito: 1-0, Di Napoli sotto la curva. Nello spogliatoio, quando arrivai, non feci pesare la mia carriera: il primo a ricevere il mio abbraccio fu Ferraro. Dissi che 7-8 punti ce li avrebbe dati il tifo. E’ una piazza che va capita, ha amore come poche. Ti devi prendere la corona o la minaccia di chi, a volto coperto, ti urla di tutto”.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 23 aprile 2025 alle 22:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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