Alla fine resta Roberto Breda. E non soltanto perchè "la squadra è con l'allenatore". La verità è che hanno inciso anzitutto gli "interessi" di chi avrebbe avuto tanto da perdere in caso di ribaltone, sia dal punto di vista economico, sia sul piano personale e professionale. Come sempre le correnti di pensiero erano differenti, problematica che si verifica spesso quando gli uomini di mondo sono in numero maggiore rispetto agli uomini di calcio.

Ma andiamo con ordine. Al termine del primo tempo contro il Palermo c'era stato già un primo confronto tra il presidente Busso e l'amministratore delegato Milan. Entrambi sconcertati per lo spettacolo indecoroso offerto da una squadra senza anima, senza cuore, senza idee e con i pochissimi elementi di qualità relegati in panchina. L'esonero sembrava materializzarsi nel post partita, con Breda che parlava alla stampa e i dirigenti che tenevano a rapporto alcuni dei giocatori di maggiore esperienza cercando di capire il perchè di alcune scelte tecniche e di atteggiamenti che proprio non erano piaciuti.

Per due ore il club, con il totale avallo del proprietario Danilo Iervolino, era a caccia di un nuovo allenatore. Ballardini era uno dei nomi accostati alla Salernitana, qualcuno propendeva per il ritorno di Martusciello mentre non trova riscontro la voce di un Luca Fusco traghettatore fino al 9 maggio e negli eventuali playout. Nella tarda serata di domenica, però, Valentini ha convinto Milan a proseguire con Breda, forte delle risposte positive dello spogliatoio e della consapevolezza che un altro ribaltone avrebbe creato soltanto confusione. E proprio il ds ha detto no al Martusciello-bis, pare per motivi tattici..

E così la permanenza di Breda ha fatto "gioco" a tutti: Iervolino non ha dovuto investire altri soldi su un altro tecnico che, presumibilmente, avrebbe chiesto stipendio importante ma soprattutto rinnovo automatico in caso di salvezza. Valentini ha mantenuto il posto, visto che l'addio di Breda sarebbe stato accompagnato dal suo licenziamento. In attesa di capire se ci sarà una conferenza stampa utile a spiegare i motivi dell'impopolare scelta, Valentini è consapevole di essere ora al centro della critica. E, se andasse male a Castellammare, sarebbe il primo ad essere esonerato. Al pari di un mister che resta sulla graticola e che pubblicamente ha detto no alle dimissioni.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 01 aprile 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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