Uno sconcio: tecnico, tattico, societario. Altro che modello da imitare, la Salernitana della gestione Iervolino è l'esempio di "scuola calcio" da stare alla larga. Torna ridotta a brandelli, e non tanto per il risultato, dal "Menti" di Castellammare di Stabia: ha un allenatore nel pallone, un direttore sportivo su Marte, un management chissà dove. E una squadra inchiodata nel baratro della classifica.

La testa di Breda - come richiesto dalla stragrande maggioranza della tifoseria, anche ieri sera, al rientro della comitiva granata al Novotel - alla fine, cadrà, dopo una resistenza tutt'altro che dignitosa, perché andare avanti così sarebbe un esercizio di masochismo puro: per tutti!

Come meriterebbero di rotolare - metaforicamente, s'intende - quella di chi l'ha difeso anche per difendere se stesso (il direttore sportivo Marco Valentini, quasi imbarazzante nell'arrampicarsi sugli specchi, a fine derby, in sala stampa) e anche quella di chi l'ha scelto (l'amministratore delegato Maurizio Milan con la complicità di "certi personaggetti", che a Salerno continuano a fare danni dappertutto), co-responsabili del terzo scorcio fallimentare di stagione: dodici punti in dodici partite.

Nessuna scossa, nessun sussulto da gennaio ad oggi. Anzi, un rendimento piatto, monotono, irritante. Come la prestazione contro la Juve Stabia, in quella che doveva essere l'ulteriore prova d'appello per tirare fuori almeno gli attributi... Breda resta nel guado tra paura e coraggio, schierando una squadra solo apparentemente più propositiva (perché Soriano fa quasi il mediano e Tonya e Verde giocano troppo lontano da Cerri, non pervenuto nel tabellino dei marcatori per la decima partita di fila).....

Cronaca di una disfatta annunciata. E di un esonero ineluttabile per un allenatore che ha sbagliato ad accettare l'incarico e ha perseverato ad errare nel non rassegnare le dimissioni per rispetto al suo glorioso passato granata e al suo legame con l'ambiente.

Chi gli subentrerà - di nuovo Martusciello o Rossi o Ballardini o un candidato a sorpresa - dovrà compiere, in sei giornate, un'impresa per salvare la categoria. È ardua ma non impossibile, se saprà sfruttare al massimo il calendario (cinque scontri diretti) e meglio un organico tutt'altro che da retrocessione.

Sezione: News / Data: Dom 06 aprile 2025 alle 20:30 / Fonte: s.corriere
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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