"Sono felicissimo di essere ricordato con affetto dai tifosi, parlare di Salernitana è sempre una grande gioia e non potrò mai dimenticare i due anni che ho fatto lì da voi. Ho indossato maglie importanti come quelle di Torino e Reggina, ma la tifoseria granata ha qualcosa in più. Basta guardarvi negli occhi quando parlate della vostra squadra del cuore. E insieme ai tifosi abbiamo recuperato e vinto tante partite e un campionato di C. Siete nel mio cuore".
Inizia così la nostra chiacchierata con Riccardo Colombo, ex difensore della Salernitana che da poco ha iniziato la carriera da allenatore e che sogna, in futuro di tornare a Salerno seppur sotto vesti diverse. La redazione di TuttoSalernitana gli ha chiesto di analizzare il momento, partendo da un parallelo tra una partitaccia come quella di domenica scorsa e un Salernitana-Modena 0-0 che vide i padroni di casa tesi e confusionari pur dinanzi a 25mila persone:
"Ricordo perfettamente quella partita. Ci sono effettivamente delle analogie: giocavamo in casa, davanti a un pubblico numerosissimo che ci spinse per tutt la settimana e che ci diede una grossa mano. Era uno scontro diretto e avevamo la possibilità di uscire dalla zona retrocessione dopo una lunga rincorsa. Purtroppo può succedere che la tensione giochi brutti scherzi e che la paura non faccia girare le gambe a dovere. Finì 0-0, entrambe le squadre non riuscirono a fare una buona partita pur con una voglia matta di conquistare i tre punti.
Credo che contro il Frosinone sia successa la stessa cosa ai giocatori. Hanno sentito la partita, si sono ritrovati anche in svantaggio e c'era il rischio di entrare davvero in uno stato di paura. Nel secondo tempo, però, c'è stato il pareggio e la Salernitana ha avuto le occasioni per vincerla, Secondo me la reazione finale fa capire che il gruppo è con l'allenatore, altrimenti sarebbe arrivato un risultato negativo. Breda l'ho avuto come mister: è una persona seria, preparata, con idee. Ha bisogno di tempo. Anche se tempo ce n'è poco..."
Colombo si lascia andare ad una riflessione: "Premetto che nessun calciatore gioca per perdere o tira volontariamente dietro la gamba. Una malaugurata retrocessione è un danno enorme per la città e per i tifosi, ma anche una macchia nella carriera di un atleta. In campo si dà sempre il 100% e il fatto che i subentrati spesso abbiano inciso positivamente conferma che il gruppo ha voglia di combattere. Tuttavia c'è una piccola incognita legata ai calciatori in prestito.
Nessuno dice che tirino indietro la gamba, ma non ci può essere lo stesso senso d'appartenenza di chi fa parte della rosa da più tempo ed è legato ai colori e al territorio. Soprattutto nella gestione dell'infortunio possono esserci tempistiche differenti. Che poi tutti vogliano vincere, a prescindere da prestiti, scadenze, rinnovi e titoli definitivi, è un altro discorso".
Sulla possibilità di allenarsi a porte aperte: "Dico sì, ma non sempre. Ci sono dei momenti, soprattutto quando non arrivano i risultati, in cui la squadra deve essere libera di vivere l'allenamento senza occhi esterni che possono mal interpretare situazioni da campo che rientrano nella normalità. Tra giocatori ci si deve anche mandare a quel paese, prendersi a parolacce, alzare la voce. E' quel tipo di confronto spontaneo che mi piace e che fa crescere uno spogliatoio, cui sacralità va salvaguardata anche nelle due ore d'allenamento quotidiane.
Capisco la voglia smisurata di ogni singolo tifoso di star vicino alla propria squadra e so che Salerno non andrebbe al campo per fischiare o per contestare alla vigilia di una gara decisiva. Ma 2-300 persone che magari mugugnano per un esercizio mal eseguito o per un gol sbagliato nella partitella in famiglia possono causare tensioni e malumori. Io aprirei le porte il giorno della rifinitura, quando la spinta della gente può essere davvero importante".
Infine sulle prospettive: "Ci sono ancora undici partite a disposizione, mi rendo conto che il passo falso con il Frosinone abbia negativamente inciso sull'umore della piazza. Ma la Salernitana, presa singolarmente, non ha una rosa così malvagia e credo possa giocarsela fino alla fine per la salvezza. La forza del gruppo è fondamentale, alla fine sono i calciatori che scendono in campo e che determinano l'esito della stagione. Mi auguro che la Salernitana possa salvarsi, so quanto ci tenete e so quanto può dare quella curva nelle fasi cruciali di un'annata che sta entrando nel vivo".
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