A Salerno si respira un'aria di incertezza palpabile come la nebbia padana in una classica domenica di novembre dopo aver ascoltato le ultime dichiarazioni in conferenza stampa di Breda. Si ha l'impressione che navighi a vista in un mare di dubbi tattici, con affermazioni sfuggenti che fanno impallidire anche il più ottimista dei tifosi granata.

Il nostro condottiero, con la precisione di chi tenta di risolvere un cubo di Rubik mentre guida bendato su una strada di montagna, ci delizia con perle di saggezza calcistica del calibro di "l'importante è avere idee e concetti chiari" – dichiarazione che risulta tanto illuminante quanto affermare che per vincere una partita basta segnare più gol dell'avversario.

La strategia tattica? Un affascinante enigma degno dei migliori romanzi gialli. Tra 3-5-2 e 3-4-2-1, Breda sembra giocare a una versione calcistica di "Indovina chi?", pronto ad "adattarsi alle peculiarità dell'avversario" – traduzione per i non addetti ai lavori: "Improvviseremo qualcosa al momento, sperando che funzioni!"

In trasferta, i granata hanno perfezionato l'arte di tornare a casa a mani vuote con una costanza che farebbe invidia a un orologio svizzero. La soluzione proposta dal mister? Un ispirato "dobbiamo dare di più", formula magica che sicuramente terrorizzerà le difese avversarie e spalancherà le porte del successo.

Con 28 calciatori a disposizione, Breda appare come un direttore d'orchestra che ha dimenticato lo spartito a casa. "Forse può essere utile prendere delle decisioni definitive", ammette con la naturalezza di chi ha appena scoperto che la Terra è rotonda, come se l'idea di avere un undici titolare fosse un'innovazione rivoluzionaria nel panorama calcistico mondiale.

E quando si parla di obiettivi stagionali, l'approccio "gara dopo gara" di Breda rappresenta il picco della creatività tattica contemporanea. Perché definire una quota salvezza quando puoi abbracciare il fascino dell'ignoto? "Fare tabelle diventa difficile", confessa il mister, presumibilmente ancora impegnato a decifrare il complesso sistema dei tre punti a vittoria.

In questo scenario che Pirandello definirebbe "interessante", l'unica certezza sembra essere l'incertezza stessa. I tifosi della Salernitana possono dormire sonni tranquilli sapendo che il loro allenatore "spera di tornare alla vittoria" e "pensa a lavorare" – strategie così innovative che probabilmente le stanno già studiando nei corsi per allenatori di Coverciano.

Nel frattempo, lo spogliatoio granata attende con la pazienza di Giobbe che qualcuno finalmente decida chi gioca, come si gioca e, filosoficamente parlando, perché si gioca. Ma c'è una luce in fondo al tunnel: Breda ha vissuto una situazione simile a Terni, e ricorda con nostalgia come sia finita positivamente – anche se nessuno sembra ricordare esattamente quale sia stata questa fantomatica conclusione positiva.

Mentre i punti in trasferta restano elusivi come una chimera e l'identità di gioco un concetto astratto quanto la fisica quantistica, la Salernitana prosegue la sua avventura sotto la guida di un allenatore che ha elevato l'indecisione al rango di arte contemporanea. D'altronde, come sosteneva il grande filosofo del calcio Socrate (non il calciatore brasiliano): "So di non sapere... come schierare la squadra, ma lo farò comunque con assoluta convinzione!"

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 28 febbraio 2025 alle 16:00
Autore: Giovanni Santaniello
vedi letture
Print