C’è chi cambia modulo. E chi cambia marcia. La Salernitana, a quanto pare, ha fatto entrambe le cose. Ma senza effetti speciali, senza incantesimi. Pasquale Marino ha riportato il calcio alle sue basi: baricentro alto, marcature preventive, uomini nei ruoli giusti (gli stessi di Breda, ma con un’altra mappa mentale).

Il risultato? Tre punti pesantissimi, che trasformano la penultima in terzultima e accorciano la distanza dalla salvezza diretta a due lunghezze.  Marino non ha fatto miracoli. Ha fatto il mestiere dell’allenatore: ha disegnato movimenti – Soriano più vicino a Verde, Corazza largo e creativo, Ghiglione inserito come una freccia da destra – e ha chiesto alla squadra di interpretare il copione con intensità. Fine del trucco.  Ma il vero colpo di teatro è arrivato prima, in albergo.

Patron Danilo Iervolino, versione motivatore, ha parlato come un leader da spogliatoio: “Non vi chiedo miracoli. Vi chiedo di non mollare. Di combattere. Siate uomini. Siate leoni”. Parole da film, certo.

Ma anche da battaglia vera, quella che si gioca tra nervi, gambe e testa.  Marino alza l’asticella: “Dobbiamo vincerle tutte”. Semplice da dire, complicato da fare. Ma stavolta la Salernitana sembra aver trovato, più che un allenatore, un’idea in cui credere. E quando ci credi può succedere tutto anche quello che sembrava maledettamente complicato fino a qualche settimana fa. Il segnale è arrivato. Ma ora serve coerenza. Perché la salvezza non si conquista con una buona prestazione. Si conquista con una serie. E con la testa sempre accesa.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 13 aprile 2025 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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