Il mese di aprile segna il risveglio della primavera e dei suoi tanti colori e profumi, e, quest'anno, calcisticamente questa stagione è coincisa pure con il ritorno ad alti livelli del faro del centrocampo della Salernitana Lorenzo Amatucci, che con la Primavera, quella della Fiorentina, ha vinto coppa Italia e campionato di categoria. Il mediano aretino non si è, però, mai assopito e da nessun letargo invernale si è ridestato, per lui si tratta solo di una ritrovata brillantezza psicofisica dopo una naturale e quasi fisiologica flessione accusata in inverno dopo una partenza sprint da protagonista. L'ex promessa del settore giovanile gigliato ha iniziato nella città toscana a tirare i primissimi calci, emergendo nelle varie categorie, vincendo trofei e aprendosi la strada dell' esordio in serie A contro l'Inter e della trafila nelle nazionali giovanili italiane, dall' under 18 all' under 20, con in mezzo il trionfo europeo con la Under 19 azzurra. A Firenze e in quella massima serie accarezzata il ventunenne granata vuole tornarci, non prima però di aver condotto da leader in erba la Salernitana alla conquista della salvezza in serie cadetta.
Amatucci è colui che, alle sue prime parole da calciatore della Bersagliera, disse di aver scelto Salerno perché è una piazza "differente", e, poi, sul campo lo ha dimostrato con i fatti indossando la maglia granata con orgoglio e ottimi risultati, dando il massimo ed essendone tecnicamente e agonisticamente del tutto degno. Un inizio brillante per Lorenzo in Campania, con il calcio di Martusciello ad esaltarne appieno le caratteristiche di metronomo e palleggiatore da centromediano e vertice basso del 4-3-3 della Salernitana di inizio campionato. Palla ad Amatucci e sfera in banca perché darla ad " El Nino", come lo chiamano simpaticamente i compagni, significa andarsi a smarcare per poterla ricevere nuovamente, magari ripulita e servita con i tempi giusti. I mesi passano e arriva l'invernata con il club di via Allende che esonera Martusciello e porta in panchina prima Colantuono e poi Roberto Breda, e Amatucci ci rivela altre e diverse doti del suo vasto repertorio tecnico-tattico, mostrandosi anche infaticabile corridore, incontrista di qualità e difensore aggiunto quando vi era da rinculare nel cuore della propria area a sbrogliare con la sicurezza del veterano situazioni intricate.
È proprio la maturità e la serenità con cui questo ragazzo-uomo gioca che colpisce e suscita ammirazione e forse è proprio questa caratteristica che lo ha portato a finire nel mirino della Fiorentina e di mister Palladino e che potrebbe aprirgli, rigiocando in serie A, le porte della nazionale italiana under 21. Ventuno anni, un ruolo delicato e difficile e tante responsabilità, oltre al grave lutto della perdita della madre ad ottobre scorso, valgono e giustificano alcune gare "normali" e mai davvero insufficienti per un atleta che tanto aveva bene abituato la platea salernitana da non potersi quasi permettere partite umane e non marziane. Il difetto? Se proprio vogliamo chiamarlo così, ma sarebbe più giusto parlare di aspetto da migliorare con il lavoro, potrebbe albergare nel non avere tanta confidenza con il tiro in porta, specie da fuori area, la rete e l' assist vincente. Rispetto al volume impressionante di gioco che Amatucci produce, e rispetto alle opportunità che la sua intelligenza calcistica ed il suo inserirsi negli spazi gli procurano, il bottino di due reti in campionato appare migliorabile, così come potrebbe crescere il suo essere determinante negli ultimi venticinque-trenta metri di campo.
La trequarti è, però, habitat più consono a Tongya e Soriano, nonché al furetto Verde, mentre la mediana è il Regno del ragazzo di Toscana, che ha tutto dalla sua, età, mezzi tecnici e professionalità, per continuare a scalare posizioni affermandosi in A con la sua amata Fiorentina. Per l'ex gioiellino della primavera viola il centrocampista italiano più forte è Tonali mentre il suo idolo da bambino è l'icona spagnola Xavi, forse talento inarrivabile ma costante stimolo a migliorare e sudare la maglietta sempre e comunque. Trattenerlo a Salerno? Ad oggi pare sia un'impresa davvero ardua ma Amatucci in città e con la Salernitana si trova molto bene, al punto da mettere la Bersagliera al secondo posto delle sue preferenze. I tifosi vorrebbero rivederlo in maglia granata il prossimo anno, in B ovviamente, ma nemmeno si vorrebbe tarpare le ali all'ascesa di un Golden Boy del nostro calcio. Deciderà Lorenzo alla fine, per il momento lui darà il centouno per cento per la Bersagliera e per la sua salvezza.
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