La partita col Genoa è stata l'ennesima prestazione opaca, per non dire imbarazzante, della Salernitana in questa prima parte di campionato, davvero da dimenticare. Un'altra prestazione pessima coincisa sfoderata dalla squadra granata, scesa in campo con il modulo sousiano tanto caro all'ex tecnico portoghese: Inzaghi infatti ha optato in quel di Genova contro i grifoni per il 3-4-2-1, giustificato dal fatto che la squadra è impostata per giocare cosi e che i calciatori si trovano a loro agio, specie i difensori, nel muoversi in trio, anziché in coppia. 

Una giustificazione questa che però non tiene e soprattutto fa riflettere: cambiare tecnico per non cambiare nulla, come se il problema fosse solo mentale e non tecnico-organizzativo. Ed invece la Salernitana ha problemi proprio a livello tecnico ed organizzativo, nella costruzione e nello sviluppo del gioco e soprattutto nelle fasi di interdizione e di non possesso della palla. Tutte ragioni che si celano dietro si alla qualità dei calciatori in rosa ma anche all'idea di gioco, quella di Sousa, che non aveva più senso senza alcune pedine fondamentali, come lo erano Vilhena davanti alla difesa e Piatek come terminale offensivo. 

Inzaghi deve cambiare e deve farlo subito, con costanza, come visto ieri con la Sampdoria e come visto in parte contro il Cagliari: questa squadra ha un livello decisamente più basso dal punto di vista qualitativo rispetto allo scorso anno e non può permettersi di giocare a tre dietro in quanto non ha in mediana centrocampisti in grado di garantire la giusta copertura ed esterni che sono in fase calante, tecnica e atletica. Urge dunque trovare un modulo più quadrato e schematico, che garantisca copertura dalla cintola in giù e pericolosità li davanti. Basta con questa difesa a tre, bisogna insistere sul 4-3-3, o sul 4-3-2-1 o meglio ancora sul 4-2-3-1, con una difesa quadrata e compatta, uno o due centrocampisti di copertura con scelta del migliore della settimana tra Bohinen, Maggiore e Legowski da inserire accanto a Coulibaly e Kastanos e tre punte. Tre punte si, ma con Dia non centravanti, perchè come dimostrato dal senegalese, i gol li fa se parte da dietro e se non è obbligato ad occupare l'area di rigore avversaria.

Tutti spunti che ormai sono chiari anche a chi di mestiere non fa l'allenatore o il match analyst, per traghettare la squadra fino a Gennaio facendo meno danni possibile per poi investire sul mercato: un terzino, un regista arretrato dotato di tecnica e visione di gioco, un centravanti, qualora Ikwuemesi dovesse deludere le aspettative: tre pedine, non troppe, ma fondamentali, per non arrivare all'ultima giornata di campionato con il fiato sospeso e il cuore in gola.

Inzaghi deve schiarirsi le idee poichè ormai è un mese che siede sulla panchina granata e ha avuto modo di conoscere calciatori e staff, e capire quali siano i punti di forza e di debolezza del roster a sua disposizione. Non si chiedono miracoli, si chiede al tecnico granata solo di schierare il miglior undici possibile con un modolo semplice ma ben impostato, senza osare nel possesso palla e nella qualità del gioco ma badando soprattutto al concreto ed al pragmatismo, per provare a raddrizzare una stagione che sta prendendo un piega davvero pericolosa. Basta tergiversare, basta perseverare nell'errore: è ora di cambiare rotta e di provare ad uscire da questo tunnel che sembra più buio di quanto pare. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 02 novembre 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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