La scorsa estate siamo stati forse gli unici a rimarcare che servisse una forma di contestazione civile, pacifica ma concreta per  lanciare immediatamente un segnale e far suonare un campanello d'allarme. Evidentemente, però, la vergognosa stagione precedente non è stata di insegnamento quasi per nessuno. Del resto i grandi esperti del web parlavano di un mercato ottimo, di sforzi economici notevoli per allestire una rosa da playoff e di Braaf, Kallon, Dalmonte, Velthuis, Soriano, Wlodarczyk, Torregrossa e Ghiglione come autentici colpi a costo zero (e non è vero) utili a lottare per il ritorno in A.

Naturalmente chi ha un minimo di equilibrio nei giudizi non poteva non rendersi conto che la difesa fosse punto debole, che a centrocampo ci fossero pochissimi calciatori a disposizione (due reduci da infortuni seri, uno fermo da un anno e mezzo e uno che non giocava nemmeno in C) e che l'attacco si reggesse sulle spalle di Simy.

Ragion per cui il pacifico corteo post presentazione di Petrachi e Martusciello non fu sufficiente per far capire a tutto l'ambiente che la politica al risparmio, un ritiro svolto in quel modo e le dimissioni di Iervolino dalla carica di presidente richiedessero la presa di coscienza collettiva circa il rischio di retrocedere per il secondo anno consecutivo. 4600 abbonamenti: sottoscriverne zero, lo ribadiamo, sarebbe stato un segnale concreto, che avrebbe fatto parlare l'Italia e non solo la stampa locale. 

Oggi, però, non riteniamo affatto incoerente fare un appello che va in direzione opposta. A dicembre bene ha fatto la curva Sud a prendere posizione: sciopero parziale del tifo, striscioni eloquenti, una ritrovata unità tra ultras e club organizzati, uno stadio deserto e un messaggio chiarissimo nei confronti del proprietario, invitato a parlare con chiarezza alla piazza dopo le scene di giubilo del primo biennio. Quello dei cuori, dei club inaugurati e del sinallagma.

Ora, con Iervolino che legittimamente sceglie di proseguire da solo (e, in fondo, visti tanti dei personaggi che si sono avvicinati al club meglio così), Milan che sta lavorando alacremente per correggere gli errori mettendoci la faccia, un tandem affiatato come quello composto da Valentini e Breda e un mercato che ha portato in dote sei rinforzi in sei giorni (ma ne servono almeno altri 4) riteniamo che proseguire sulla strada dell'indifferenza sia inutile, dannoso e controproducente. 

Già immaginiamo quelli che oggi decidono di restare a casa che, però, farebbero la fila la botteghino palesando amore incondizionato in caso di ipotetico spareggio playout o di gara fondamentale per la salvezza. Riteniamo che amare la Salernitana significhi anche leggere i momenti. E ora, con un -6 pesantissimo dalla sestultima, un calendario tremendo e una serie di torti arbitrali palesi, sarebbe il caso di ricreare quel clima che, come ha detto Breda, è in grado di fare la differenza più di ogni altro colpo di mercato.

Perchè uno stadio come quello visto ieri, al netto del gelo e della pioggia, è un pugno nello stomaco. Più della classifica, più di un biennio tra i peggiori della storia della Bersagliera. Curva mezza vuota, distinti e tribuna aperti per "onor di firma" e con poche decine di appassionati...male, molto male! Salerno e provincia saranno in grado di percepire il pericolo, di salire sulla nave e di spingere fino a giugno per salvare il salvabile o, per il secondo anno di fila, dobbiamo retrocedere nell'indifferenza cantando "che importa se..."?

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 13 gennaio 2025 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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