Alla fine i nodi vengono sempre al pettine. E, purtroppo, la brutta prestazione offerta dalla  Salernitana contro il Catanzaro non ci sorprende. Quando viene allestita una squadra in ritardo, con gente ferma da tempo, reduce da infortuni (visto che azzardo il pur talentuoso Adelaide?) e badando soprattutto al risparmio, le cose non possono andare diversamente. Dopo un avvio promettente, garibaldino e intraprendente, oggi la Salernitana ha una formazione lenta, prevedibile, con tante lacune al centro della difesa (chi offre garanzie se a Ferrari venisse anche un piccolo acciacco?), molti doppioni sulle fasce, tre attaccanti con le medesime caratteristiche e che faticherebbero a giocare assieme e un centrocampo lento, senza un mediano di interdizione. E il povero Amatucci, dopo un inizio da grande giocatore, si ritrova ora puntualmente ingabbiato dagli avversari, segnale evidente che gli allenatori hanno studiato i pregi dei granata intervenendo preventivamente. Se a Reggio Emilia eravamo rammaricati per due punti persi a causa dei miracoli di Bardi, stavolta c'è davvero da mordersi i gomiti. Il Catanzaro, già modesto di suo, arrivava all'Arechi senza quattro titolari e, sugli spalti, c'erano 15mila persone che hanno spinto, cantato e trascinato dall'inizio alla fine.

Quale occasione migliore per tornare a quel successo che manca da quasi 40 giorni? Dilapidato un calendario sulla carta agevole e virtualmente in zona playout se non ci fosse stata la penalizzazione del Cosenza, la Salernitana dovrà ora affrontare un ciclo di fuoco. Sarebbe bello fare un dispetto sportivo all'ex ds De Sanctis, uno degli artefici della retrocessione dell'anno scorso, ma il colpaccio a Palermo sembra ad ora utopistico. Poi ci saranno Spezia, Cremonese, Cesena, Sassuolo e Bari. Insomma, come abbiamo sempre detto è necessario restare con i piedi ben saldi a terra e aiutare la squadra a raggiungere quanto prima la quota sufficiente per garantirsi il mantenimento della categoria, possibilmente senza patemi d'animo. Nel frattempo la società ha smentito, con l'ennesimo comunicato un po' polemico e senza contraddittorio, le voci che parlavano di una cessione imminente, dimenticando che sono stati proprio professionisti vicini a Iervolino a confermare pubblicamente la volontà di accelerare per farsi da parte e uscire dal mondo del calcio. Il rischio concreto è quello di ritrovarsi o con un proprietario senza entusiasmo che chiude i cordoni della borsa e che anche a gennaio propinerà il ritornello del "cedere prima di acquistare" o con un avventuriero o un fondo che chissà a chi fa capo.

Se rimembriamo le promesse fatte dall'attuale società non più tardi di un anno e mezzo fa, viene davvero tanta amarezza per la situazione del momento, nella quale Iervolino fa pagare ai tifosi...i suoi errori! Perchè se prendi De Sanctis, se spendi 20 milioni tra Pirola, Bronn, Sambia, Bradaric e Lovato, se ti lasci scappare gli artefici della salvezza del 7% "perchè fanno parte della vecchia scuderia" e se in A fai mercato limitandosi a Stewart, Ikwuemesi, Legowski, Martegani e l'algoritmo, allora non puoi meravigliarti di ritrovarti in B, a ridosso della zona retrocessione, e con la curva che civilmente chiede un cambio di proprietà dopo aver aspettato invano un incontro pubblico utile a stringersi la mano e a risolvere i problemi. Intanto anche Martusciello rischia di andare in confusione, alla sua seconda esperienza da primo dopo la retrocessione clamorosa di Empoli. Col Catanzaro non ha pagato il suo eccesso di prudenza, nè quel tiki taka estenuante senza calciare in porta. Ha mille alibi ed è sicuramente un uomo perbene e un professionista serio e competente, ma siamo ormai all'ottava giornata ed è necessario fare risultato. In fondo vengono pagati soprattutto per quello.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 04 ottobre 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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