Mai materia è più opinabile del calcio. Per antonomasia in Italia ci sono 60 milioni di allenatori e direttori sportivi e spesso essere tifosi non consente di esprimere giudizi equilibrati ed oggettivi. E' il bello e il brutto dello sport e questo accade in tutte le piazze passionali, non solo a Salerno. Per questo motivo nessuno si scandalizzi se dopo Palermo eravamo i più forti in assoluto e si potevano sognare i playoff mentre oggi pare che la Salernitana sia destinata a retrocedere se non prenderà un nuovo tecnico e una decina di calciatori a gennaio.
La verità sta sempre nel mezzo, ma diventa difficile creare una mentalità condivisa e avere un quadro chiaro della situazione se determinati personaggi continueranno a godere di una minima, ma incomprensibile popolarità dopo aver già fatto danni irreparabili al pari di pagine facebook che, in forma anonima, criticano chi si permette di dire la verità per il bene della Salernitana . Quelli dell'andate a mare, delle vedove dei romani e del "siamo andati in A grazie a Castori, non per volere della società", tanto per far capire il livello tragicomico.
Speravamo che la scorsa stagione avesse lasciato in eredità qualche insegnamento, purtroppo però siamo costretti a prendere atto che i tempi sono cambiati e che, nell'epoca del web, il pensiero dell'anonimo sui social vale più di chi prova a fare informazione seria e corretta facendo suonare, talvolta, in largo anticipo un campanello d'allarme prima che sia troppo tardi. D'altronde, senza facebook e senza la Salernitana, come trascorrerebbero il tempo i radiati, gli orridi insegnanti (di cosa non si è capito) e coloro che aspettano ancora Della Valle alla stazione?
Ricordate quando, nell'agosto del 2023, provavamo a dire che il gruppo fosse spaccato, che l'allenatore fosse rimasto controvoglia, che il mercato estivo avesse indebolito la rosa e che la proprietà non volesse investire? Fummo riempiti di epiteti poco carini da parte degli stessi soggetti che, ad aprile e maggio, si arrabbiavano per una retrocessione annunciata, ma che oggi hanno ripreso a pontificare vedendo costantemente il bicchiere mezzo pieno.
Anche a costo di accontentarsi di un campionato anonimo e di un mercato a rilento e ricco di incognite al netto delle promesse fatte e non mantenute e di incassi milionari, tali da allestire da subito una corazzata senza propinare progetti triennali con una società ufficialmente in vendita al netto delle smentite di rito e di ritorni sulla scena a 7 mesi di distanza. Ma in fondo Petrachi ha messo a posto il bilancio e che importa se mancano difensore centrale, mediano di interdizione, centrocampista di qualità e un bomber di categoria?
Sembra quasi che l'ambiente, quello che in passato viveva la Salernitana in modo viscerale, 24 ore su 24, creando un clima di incredibile partecipazione collettiva 365 giorni all'anno, si sia assopito. Da un eccesso all'altro, insomma. Che da un lato è importante salto di maturità, dall'altro è appiattimento che non aiuta. Ok cantare fino alla fine, ok essere riconosciuti come una delle tifoserie più calde e numerose, ma a volte una presa di posizione netta o una contestazione civile e intelligente possono incidere più del "che importa se..."
Dopo la retrocessione della passata stagione c'erano due obblighi morali da parte della piazza. Anzitutto prendere le distanze da qualsivoglia progetto non prevedesse il ritorno immediato in A o, comunque, l'allestimento di una super squadra con investimenti concreti. Per la serie "chi prospettava la Salernitana in Europa ci mette tre anni per essere protagonista in B?". Non sottoscrivere gli abbonamenti poteva essere un primo segnale, invece...
In secondo luogo bisognava bandire pagine facebook che non hanno nessuna passione o interesse granata se non monetizzare con i click, ritagliarsi 20 secondi di popolarità, diffamare in forma anonima dietro una tastiera senza avere alcun tipo di competenza.
Quelli che hanno provato a distruggere la Salernitana che stava andando in A, quelli che un anno fa non hanno percepito il pericolo difendendo l'indifendibile, quelli che hanno deciso di accontentarsi di un'annata anonima e a cui basta la poesia sui social di Sabatini per emozionarsi. Quelli che ancora adesso dipingono la Salernitana come la squadra più forte del campionato e che vivono di un delirio di onnipotenza patologico, credendosi opinionisti senza saper parlare nè l'italiano nè...il greco.
Che poi l'ex ds sbagli tutto sul mercato che importa, l'importante è manifestare odio verso chi vinceva e ha dato una grande mano per la promozione in A e per la salvezza della Salernitana nel 2021-22 (lo ha detto Chiacchio, sarà colluso anche lui?). In A non si poteva andare e qualche dirigente faceva "i babà", no?
In fondo se il "pulcinelli" di turno, chi si sostiene da solo e determinati gruppi facebook hanno ancora un certo riscontro, vivacchiare in B è già troppo. Non speriamo di tornare ai tempi del Vestuti, ovviamente, e c'è una curva Sud che continua ad essere un fiore all'occhiello per tifo, presenza, calore e capacità di determinare il risultato quando Salerno ricorda che, unita, può fare la differenza per davvero. Ma tanti, troppi soggetti strumentalizzano la passione per il calcio dipingendo una verità totalmente lontana dalla realtà.
Perchè il giornalista anche tifoso che difende la Salernitana lo fa per doppi fini o non è professionale (e viene isolato da chi è tesserato proprio per la Salernitana, fa già ridere così) e poi non si capisce in taluni casi cosa ci sia dietro l'elogio al calciomercato, al presidente o all'allenatore. Malafede, memoria corta o ingenuità? Ai posteri l'ardua sentenza. Ma in fondo i bilanci sono ok e va bene così. L'anno scorso questi comportamenti ci hanno condannato alla B, ma Ikwuemesi è più forte di Piatek...
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