La sconfitta casalinga contro lo Spezia riporta la Salernitana sulla terra dopo il prestigioso successo di Palermo accompagnato dalle dichiarazioni di qualche tesserato che ha alzato l'asticella parlando di "obiettivo serie A". "In realtà il nostro è un progetto triennale, era importante mettere a posto i bilanci e ripartire su basi completamente diverse rispetto al recente passato" aveva detto l'amministratore delegato Maurizio Milan alla vigilia della gara con lo Spezia, confermando che si punta ad una tranquilla salvezza al netto dei tanti milioni di euro incassati in estate tra riscatti, cessioni, paracadute, botteghino e diritti televisivi.
E l'andamento altalenante dei granata in campionato è quasi una logica conseguenza dell'allestimento tardivo di una rosa che presenta al suo interno lacune tecniche e numeriche che non stanno consentendo al mister di trasformare in punti il buon lavoro svolto da luglio ad oggi, con un ritiro fatto in modalità cantiere aperto e con tantissimi atleti che si allenavano con uno sguardo rivolto al telefonino in attesa di conoscere la nuova sistemazione.
Martusciello, in sala stampa, prova a gettare acqua sul fuoco senza parlare di mercato e fotografando realisticamente la situazione: "Siamo nati ieri, ci sono squadre forti che lavorano insieme da anni. Non dobbiamo sentirci obbligati ad andare in serie A solo perchè siamo retrocessi. E' vero che oggi lo Spezia è secondo, ma l'anno scorso ha rischiato di ritrovarsi in serie C. Le prestazioni sono buone, non mi preoccupano nè l'astinenza da gol nè la classifica". I numeri, comunque, raccontano di una situazione non allarmante, ma nemmeno da sottovalutare.
I granata hanno perso 4 partite su 9 (quasi la metà), hanno conquistato un solo punto nelle ultime tre gare casalinghe, hanno realizzando un gol in un mese (tra l'altro su un cross sbagliato) e sono lontanissimi dalle prime tre posizioni, quasi costretti a guardarsi alle spalle con un calendario da brividi che proporrà a breve le trasferte con Cremonese e Sassuolo e le sfide interne con la matricola Cesena e quel Bari che sta crescendo settimana dopo settimana. Ma cosa manca a questa Salernitana per essere competitiva e vivere una stagione senza affanni?
Anzitutto un bomber. Petrachi avrebbe voluto portare a Salerno Joao Pedro, ma si è imbattuto in uno dei tanti ostacoli posti da una società che, in attesa di un passaggio di consegne, ha inteso vivere un'estate all'insegna del ridimensionamento economico. E così, attualmente, Martusciello ha a disposizione tre prime punte con caratteristiche simili: un Torregrossa ancora lontano dalla forma migliore e che nel 4-3-3 non dà il meglio di sè, Wlodarczyk che è giovane interessante ma acerbo e quel Simy offerto a tanti club fino a fine agosto e che certo non è sinonimo di doppia cifra.
La Salernitana produce tanto, ha una percentuale altissima di possesso palla e arriva costantemente a ridosso dell'area di rigore avversaria con fraseggio e giocate codificate, ma serve a poco se poi manca il finalizzatore che capitalizza. Una lacuna sulla quale intervenire quanto prima, magari valutando il reintegro in rosa di Valencia che ha caratteristiche da seconda punta e aveva realizzato un gran gol con la Sampdoria.
E a questa squadra piena di esterni offensivi mancano anche un difensore centrale forte e rapido, un mediano di interdizione e un centrocampista di qualità, stante la quasi certa partenza di Maggiore a gennaio, l'andamento lento di Tello, i costanti infortuni di Adelaide e il ritardo di condizione di Soriano. E' forse il reparto meno competitivo in assoluto, con il solo Amatucci a giganteggiare.
Ci sono poi altri calciatori che, pur arrivati da mesi, non hanno ancora offerto alcun contributo. Jaroszynski è considerato la riserva di Njoh e ha collezionato una quindicina di minuti appena, Ghiglione sta facendo fatica e il suo approccio con Palermo e Spezia è stato alquanto negativo (perchè non dare maggiore fiducia a un giovane come Gentile che scalpita e sta bene fisicamente?), Velthuis ha commesso tanti errori e Ruggeri non è mai stato preso in considerazione.
Insomma, pur con un undici titolare competitivo e di buon livello è evidente che a questa Salernitana manchino alternative di spessore, fisicamente pronte e che conoscano il campionato italiano. Iervolino, ad ora, non ha più fretta di cedere, si è riaffacciato sulla scena dopo mesi di assenza e ha rilanciato dopo un confronto sereno con gli ultras che, al momento, sospendono la contestazione. Tuttavia gennaio sarà la cartina al tornasole delle reali intenzioni del club: senza 3-4 pedine di livello si rischia di vivere un'annata anonima.
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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