Chi legge i nostri articoli sa perfettamente che, nel corso della sua esperienza sulla panchina granata, abbiamo spesso elogiato l'operato di Filippo Inzaghi. Dal punto di vista tecnico, era evidente che la sua Salernitana abbia giocato delle ottime partite pagando a caro prezzo errori individuali, torti arbitrali, e qualche episodio che girava sempre dalla parte dell'avversario.

A nostro avviso sottovalutare il lavoro svolto in quel contesto che sarebbe stato difficile per chiunque sarebbe ingeneroso. Certo, nell'economia di una stagione pesarono i ko interni con Empoli e Genoa. Tuttavia va ricordato che il mister ha ereditato una situazione difficile, dentro e fuori il rettangolo verde, ed è stato costretto a ripartire da zero senza l'appoggio di nessuno dei due dirigenti che si avvicendarono al timone della Salernitana.

Che sia un buon allenatore è dunque indiscutibile. A poche ore dal suo ritorno all'Arechi, da ex, vogliamo soffermarci, però, sull'aspetto umano. Perchè vedere in quelle settimane un professionista che in carriera ha vinto tutto e che ha indossato maglie prestigiosissime che quasi piangeva di gioia dopo la vittoria di Verona, che "mimava" il coccodrillo per dare indicazioni a un suo calciatore, che invoca l'aiuto della curva e carica singolarmente i giocatori senza aggrapparsi mai a nessun tipo di alibi fu assolutamente bello ed emozionante.

Averlo esonerato prima di un tour de force sulla carta alla portata, con una zona salvezza non lontanissima e alla fine di un mercato condotto in ritardo da Sabatini è sembrata una forzatura, forse una ingiustizia, soprattutto se poi il sostituto è stato quel Fabio Liverani rispettabilissimo come persona, ma che ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare.

A nostro avviso, anche per i trascorsi vincenti avuti in B, sarebbe stato bello forse doveroso, concedergli una seconda opportunità, in quella categoria stravinta a Benevento e che lo ha visto fare grandi cose a Brescia, Reggio Calabria e Venezia, con un doppio salto sfiorato dalla C alla A. E se qualcuno si sofferma sulle dichiarazioni recenti, pecca di superficialità.

Era infatti assolutamente legittimo replicare al DG. Perchè se Sabatini si assume tutte le colpe, gli chiede scusa e ammette di non averlo messo in condizioni di lavorare, logica imporrebbe le dimissioni o l'esonero del sa e il ritorno dell'allenatore che ha messo sotto quasi tutte le grandi con una rosa obiettivamente piena di limiti tecnici e numerici. Che l'Arechi possa tributargli l'accoglienza affettuosa che merita, anzitutto come uomo.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 13 settembre 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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