Non poteva essere certo lui a risolvere, da solo, i problemi del centrocampo granata. Tuttavia già in estate rimarcammo quanto fosse un errore perdere un calciatore cresciuto nel settore giovanile della Salernitana, dirottato altrove in prestito proprio per riportarlo alla base pronto per giocare in una grande piazza come quella di Salerno. E, mai come in questo caso, la sua riconferma sarebbe stata coerente con quello che è il nuovo corso targato Iervolino.

Giovane di prospettiva, tatticamente duttile, legato alla maglia e con uno stipendio tutt'altro che insostenibile. E il rammarico aumenta se pensiamo che il "duello" di mercato è stato perso con una squadra che milita in Lega Pro e che, riconoscendogli grosse potenzialità, lo ha riscattato per una cifra irrisoria vendendolo poi al Sassuolo per realizzare una plusvalenza milionaria.

Edoardo Iannoni, sabato scorso, ha partecipato al festival del gol dei neroverdi in casa del Brescia, un pomeriggio indimenticabile per un calciatore che l'ex direttore sportivo Walter Sabatini avrebbe aggiunto all'organico della Salernitana già nel gennaio del 2022, quando in conferenza stampa lo descrisse come un autentico predestinato attorno al quale costruire il centrocampo del futuro. 

Invece, a causa del periodo di caos che stava vivendo la società (impegnata nella questione Brera Holdings), Iannoni è andato via con grosso rammarico e per appena 400mila euro. Una beffa. Per lui, per l'agente, per Stefano Colantuono che lo ha seguito costantemente nel percorso di crescita e che, lo avesse avuto a disposizione, presumibilmente lo avrebbe gettato nella mischia già in A nel finale della scorsa, nefasta stagione.

Ad Ancona aveva già mostrato parte dell'ampio repertorio, poi Castori lo volle al Perugia e si trovò l'accordo per un prestito biennale. Quest'estate diverse società anche di categoria superiore avevano bussato alla porta del procuratore, anche la Lazio di Fabiani e Bianchi che sono i due dirigenti che lo hanno portato a Salerno scovando un talento puro, desideroso di imporsi in prima squadra.

E, in questo centrocampo lacunoso tecnicamente e numericamente, un giocatore del genere avrebbe fatto comodo. Probabilmente Petrachi, appena insidiatosi, non ebbe nemmeno tempo per lavorare a quest'operazione o, comunque, dovette sottostare a quanto riferito da una società che aveva bisogno di fare cassa e che certo non si sarebbe svenata economicamente per nessuno. Ma resta un potenziale rimpianto granata.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 23 ottobre 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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