Sarà pur vero che in uscita è stato fatto un ottimo lavoro e che, con tutti questi incassi, si potrebbe agevolare la cessione di una società ormai decisa a chiudere i cordoni della borsa. Di fatto siamo tornati ai tempi del trust, quando il direttore sportivo poteva spendere soltanto quanto incassava affidandosi all'autosostenibilità. Tuttavia Petrachi va giudicato come dirigente, e non solo come aziendalista al servizio di un presidente dimissionario e che sta facendo di tutto per defilarsi dopo aver scritto la pagina più nera della storia della Salernitana. Ebbene, non capiamo francamente tutto questo osanna a prescindere per un ds senza dubbio bravo, in parte giustificabile per questo netto ritardo, ma che è arrivato da due mesi e presenterà all'esordio in campionato una squadra del tutto incompleta in tutti i reparti. Se poi vogliamo disputare un torneo all'avanguardia con Tongya, Braaf, Ruggeri, Gentile, Njoh e Dalmonte allora è un altro discorso.

In attesa che si spieghino come mai solo a Salerno aver ricevuto il paracadute non sia visto come un grande vantaggio in chiave mercato, possiamo dire che questa rosa è carente di almeno otto titolari. Occorrono come il pane due difensori centrali di livello, un esterno sinistro in luogo di Bradaric, due centrocampisti e tre attaccanti. Di fatto, col Cittadella, saremo ancora costretti a vedere Maggiore in cabina di regia sperando che Simy, offerto a una marea di squadre, ricordi almeno in B come si segna dopo un triennio da atleta sul viale del tramonto. Possibile che non si poteva intervenire prima? Davvero si può attribuire un voto positivo al mercato quando, a 24 ore dall'esordio, ci ritroviamo con gli uomini contati e Valencia provato come punta centrale? Tutto davvero molto triste e con responsabilità chiare. Quelle in capo a un presidente che ci ha propinato tre sessioni di mercato modeste, senza ovviamente dimenticare gli errori/orrori di De Sanctis (quello che, tanto per rinfrescare la memoria, bocciò Ranieri, Ruggeri, Djuric, Verdi e Soulè affidandosi all'algoritmo e a tanti flop onerosi). Persa la grande occasione per dare un segnale forte, la piazza ha comunque risposto presente.

Erano in 7000 per la prima di coppa Italia, saranno almeno in 8-9mila sabato sera sugli spalti dell'Arechi, finalmente con un atteggiamento più critico nei confronti di una proprietà che si candida ad essere ricordata come la peggiore di sempre. Con un presidente che prometteva Europa e Cavani e che a breve potrebbe dimettersi, una serie di trattative che non vanno a conclusione e una paura collettiva del doppio salto all'indietro che certifica la profonda consapevolezza che stiamo vivendo un'era davvero critica del calcio salernitano. E pensare che, per tanti soloni, dovevamo andare a mare perchè rimpiangevamo i romani. Magari averceli ancora...
 

Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 agosto 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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