La vittoria ottenuta ieri sera dalla Salernitana ha regalato a tutti noi delle emozioni che quasi avevamo dimenticato. Bello, davvero bello vedere un gruppo che corre, suda la maglia, si impegna, si aiuta a vicenda e festeggia sotto la curva per un successo di prestigio ai danni di una serie candidata - Pirlo permettendo - al salto diretto di categoria. Il guizzo di Braaf, le intuizioni di un Martusciello paziente e coraggioso, l'onnipresenza di Amatucci, il cuore di Simy, il cross pennellato da Verde, lo stacco imperioso di Valencia, 15mila persone che accompagnavano la squadra. Meraviglioso, da brividi.

Tuttavia, chi fa questo mestiere ed è anche - e soprattutto - sfegatato tifoso granata, ha spesso l'arduo compito di dover scrivere notizie. Avessimo voluto prendere consensi, avremmo aperto pure noi una pagina facebook limitandoci ad attaccare chiunque attraverso nomignoli pur di accaparrarci i like di 20 scappati di casa che danno un minimo di visibilità a chi, fallito ogni tipo di pronostico, ha smesso quantomeno di prendere in giro la gente con favolette totalmente inventate riemergendo dal nulla solo dopo un successo. Il problema, ma molto serio, è di chi li segue. Saranno amanti della comicità.

E proprio nel rispetto dei lettori e dei tifosi non possiamo non raccontare che, al netto di un 3-2 da applausi, c'è un (ex) presidente che continua a chiudere i cordoni della borsa e un ds che manifesta amarezza. Per la serie "ti ho fatto guadagnare tanto, ho fatto tutto quello che mi hai chiesto, ora fammi prendere quello che manca. E che in fondo non costa nemmeno tanto". Assolutamente legittimo.

Le vittorie, del resto, non possono mascherare lacune evidenti. A questa squadra, lo ripeteremo fino alla noia, servono due centrali forti a prescindere dal futuro di Bradaric, un esterno basso di sinistra, due centrocampisti (reparto ricco di infortuni, scommesse e gente arrivata da categorie inferiori) e due attaccanti. Se poi davvero vogliamo credere che chi prospettava l'Europa debba attendere tre anni per provare a vincere la B, allora è un altro discorso.

Petrachi, dal canto suo, non ha alibi. Si è detto che non ha una società che lo supporta, è stato rimarcato che ha svolto un buonissimo lavoro in uscita e che è stato aziendalista al massimo. Se, però, accetti di proseguire la tua avventura ,è ovvio che devi assumerti le responsabilità. Tello, Tongya, Kallon, Dalmonte, Velthuis, Gentile, Njoh, Adelaide: salvo rare eccezioni, in entrata non è che sia stato fatto un capolavoro. 

Se poi fare un'analisi oggettiva deve riesumare le paginette facebook gestite da qualche frustato, sosteniamo che quanto accaduto l'anno scorso non ha insegnato davvero nulla. Perchè, non si sa per quale folle ragionamento, chi racconta la verità prima che sia troppo tardi è destabilizzatore (e c'è sempre il tormentone dei romani, l'ossessione di chi non ha argomenti e rinnega la miglior società di sempre), chi ha inventato favolette, tormentoni e nomignoli è invece legato ai colori granata. Si rassegnino, costoro: stavolta nessuna raccomandazione permetterà di fare da comparse in società.

Per il bene della Salernitana, felicissimi per la vittoria di ieri, ribadiamo che non intervenire sul mercato con 4 elementi top significa rischiare di doversi guardare alle spalle. E, da venerdì sera, zero alibi per tutti. 16mila persone in casa, 1000 in trasferte lontane dopo una retrocessione sportivamente parlando vergognosa: questa gente merita di meglio rispetto alle scommesse a costo zero e a una difesa che faticherebbe in C.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 29 agosto 2024 alle 00:01
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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