Iervolino rompe il silenzio e lo fa nel podcast pubblicato ieri sera dalla Salernitana su Spotify. "Ero arrabbiato con me stesso – esordisce - e volevo pensare più a lavorare che a fare polemiche. Né mi andava di fare promesse e di rinfacciare quello che avevo investito". Poi ripercorre il 2024, un annus horribilis. "Tante cose mi hanno colpito: la resa dei giocatori, la fiducia che ho dato ai manager e sistematicamente tradita. Ero dispiaciuto con me stesso. Mi ha dato fastidio che si dicesse che volevo vendere, che mi ero disimpegnato, che stavo tradendo. Ora pancia a terra e lavoro. Tra qualche anno vedremo se il mio operato è stato giusto o meno".

"Tante cose eviterei di rifare. Presidenti non si nasce, si diventa. Dovevo fare meno proclami. Il calcio è particolare, non bastano gli investimenti, servono armonia, non litigi e frizioni. Se tornassi indietro, farei le stesse cose, ma sarei più presente e prenderei decisioni da solo anziché fidarmi di tanti consiglieri". 

Domani Iervolino sarà a Carrara. "Pensiamo a questo torneo – aggiunge - e a una programmazione di due o tre anni che ci permetta di aspirare se non di tornare in A. Ora mi sento più maturo nella gestione di una squadra di calcio. La cessione del club? Non possiamo tutti i giorni smentire le sciocchezze. Il futuro? Resto proprietario. Con la presidenza Busso volevamo dare maggiore peso nella competenza sulle infrastrutture. Siamo tutti concentrati per centrare la salvezza".

Sezione: Rassegna stampa / Data: Ven 14 febbraio 2025 alle 09:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Lorenzo Portanova
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