Torniamo per l'ultima volta sul tema abbonamenti, ribadendo che ogni scelta va rispettata per quanto non condivisibile. "Solo per la maglia" e "Oltre la categoria", tuttavia, sono slogan ormai superati: Salerno, sul piano della passione, non ha nulla da dimostrare e non sottoscrivere gli abbonamenti avrebbe rappresentato soltanto un modo per lanciare un messaggio alla società, senza abbandonare la maglia.

Qui stiamo assistendo a un qualcosa di sportivamente parlando anomalo e l'unico modo per manifestare civilmente dissenso per una gestione diametralmente opposta a quanto paventato era quello di colpire il club....nelle tasche. Il quadro è piuttosto chiaro, tante le preoccupazioni per un futuro che appare quantomai nebuloso. Un presidente dimissionario che non sblocca il mercato in B dopo aver fatto mille promesse, un vice presidente che non si sa che fine abbia fatto, un amministratore delegato che presenta una campagna abbonamenti con prezzi elevati e che nega si tratti di un ridimensionamento.

E ancora: un ritiro fatto con gli stessi calciatori che hanno scritto la pagina più brutta in oltre cento anni di storia, un budget pari a quello che Lotito mise a disposizione in C2, 4 acquisti di categoria nettamente inferiore, Sottil che si tira indietro prima di partire per il ritiro, un allenatore alla seconda esperienza in assoluto da "primo" e il mese di giugno trascorso ad attendere la proposta nientemeno che della Brera Holdings.

Il solo aver proposto agli 11mila vecchi abbonati un risparmio di 15 euro era motivo sufficiente per non garantire presenza a scatola chiusa. Sarebbe stato bello se, per una volta, tutte le componenti fossero state unite prendendo una decisione collettiva. E' proprio la spaccatura generale che favorisce le scelte sbagliate delle varie società che si sono avvicendate al timone della Salernitana.

Nel 2019 ci fu diserzione di massa con una squadra a -3 dai playoff, oggi ci sarebbero tutti gli elementi per restare a casa a tempo indeterminato dopo aver letto di "minacce", "offese", "non incontro gli ultras nè i club", "sono quello che ha vinto e speso di più" e "determinati giornalisti mi disgustano". La diserzione può essere emblema d'amore e, magari, motivo di riflessione per un presidente che, volesse, avrebbe tutto per trasformare i fischi in applausi in un giorno.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 24 luglio 2024 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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