Il derby con la Juve Stabia avrebbe dovuto costituire per la Salernitana la prima di una mini serie di sfide dove totalizzare più punti possibili per provare ad invertire il trend stagionale e proiettarsi al calciomercato nutrendo qualche ambizione in più di una tranquilla salvezza. Ebbene il mini ciclo è stato iniziato nel peggiore dei modi possibili, dato che la sconfitta maturata sul campo ridimensiona marcatamente i granata, che , ancora una volta, avrebbero dimostrato di steccare laddove vi fosse da cambiare marcia e fare il classico salto di qualità. Lo ha compreso la società che, per bocca dell'ad Milan, si è affrettata a precisare che l'unico obiettivo stagionale e mettersi cinque squadre alle spalle, ovvero salvarsi senza appendice play-out. Effettivamente la puntura delle vespe stabiesi ha sgonfiato impietosamente le speranze di coloro i quali avevano visto nei quattro punti in due sfide quella ripresa tale da fare ipotizzare scenari diversi anche grazie ai rinforzi reperibili sul mercato di gennaio. 

Nulla di tutto ciò, perché, a dispetto di una classifica corta,  apparirebbero tanti, troppi i limiti strutturali di una rosa mal pensata e caratterizzata da carenze pesanti in vari ruoli chiave. La tecnica senza corsa, resistenza atletica, fame e cattiveria agonistica nulla determina in questa categoria, dove a farla da padrone è sempre la compattezza, la solidità di impianto e tanto dinamismo accoppiato alla concretezza. In sintesi la Juve Stabia, cinica nel vincere con due tiri due nello specchio della porta, ma nei momenti topici del match e, in occasione del raddoppio, con uno spot sulla semplicità e linearità del calcio: lancio lungo, torre e conclusione di prima in porta su inserimento nello spazio a sfruttare la sponda aerea. Uno, due , tre e scacco alla difesa, a dispetto di tanti tocchi, dribbling e combinazioni da parte della Salernitana per aprire la scatola difensiva, chiusa e arcigna, degli avversari di giornata. Fortuna e sfortuna? No, se si amplia l'analisi oltre la singola partita e se si analizza un intero o quasi girone di campionato.

La Juve Stabia ha 25 punti ed all'attivo diversi risultati prestigiosi in trasferta, come i punti conquistati sui difficili campi di Bari, Catanzaro e Genova, per non parlare dello scacco matto dato al Pisa al Romeo Menti di Castellammare. Gli stabiesi sono squadra tosta e guardinga, nonché abilissima a ribaltare il fronte con esterni di gamba e mezze punte rocciose fisicamente e brave ad aggredire gli spazi e le seconde palle, il tutto dietro ad un centravanti che vede la porta e lotta su ogni pallone. Tutti in questa Juve Stabia corrono ed aiutano in fase di non possesso, con ripiegamenti profondi e ripartenze letali, come in occasione dello 0-1, dove la Salernitana si è fatta trovare sbilanciatissima e con un Verde che ultimo uomo proprio non si può vedere. Gara persa sugli esterni dove i granata Ghiglione e Stojanovic non l' hanno praticamente mai vista contro i dirimpettai gialloblù, sbagliando tempi di gioco e prestando il fianco ai rivali, ma anche in attacco e a centrocampo, e, per tanto, un po' dappertutto sul rettangolo verde. 

L'ad Milan, diremmo alla buona ora,  si è finalmente pure esposto sul mercato, sostenendo che la Salernitana interverrà in modo adeguato e che lo farà soprattutto in attacco, sebbene ci siano necessità anche in difesa. E il centrocampo? I rinforzi necessitano eccome in una mediana finora retta esclusivamente da Amatucci, un ventenne che ha dovuto cantare e portare la croce, supportato poco e male da compagni di reparto che sulla carta avrebbero dovuto garantire più esperienza ed efficacia. Male ha fatto nella zona nevralgica del terreno di gioco Maggiore, non meglio si sono espressi Tello e Hrustic, mentre Reine-Adelaide, pur avendo dimostrato classe e passo diverso, ha frequentato più l' infermeria che calcato l' erba. E la trequarti? Verde e Soriano possono essere ritenuti confermabili e relativamente affidabili per il prosieguo, ma anche qui un giocatore più attaccante e più avvezzo a timbrare il cartellino servirebbe come il pane, dietro una prima punta vera, quel bomber di razza che tanto è mancato all'ombra dell'Arechi. Se rinforzare attacco e difesa è una necessità innegabile, in mediana urgono calciatori in grado di combinare quantità e qualità e consentire il dominio delle operazioni di gioco in una zona determinante per gli esiti di tanti incontri.

La coppia Amatucci- Reine Adelaide si è rivelata la migliore per distacco in quelle pochissimi occasioni in cui è stata ammirata, ma atleti di esperienza e qualità come gli ex Akpa-Akpro e Simone Verdi servirebbero tanto alla causa granata e, soprattutto, garantirebbero attaccamento e professionalità degni della piazza di Salerno, magari innescando il Brunori o il Lapadula di turno, in grado di fare qualcosa in più di sponde e duelli rusticani con i centrali avversari. Finale per Simy, intorno al cui nome si sarebbero registrate discordanze nei giudizi relativi alle prestazioni che il nigeriano ha recentemente offerto. Ebbene nulla quaestio sull'impegno e sulla serietà di un uomo che va in campo per sudare la maglia e sulla circostanza che l'ex Crotone sia la migliore soluzione nel ruolo di prima punta, rispetto all'acerbo e leggerino Wlodarczyk e all'irriconoscibile Torregrossa ultima versione, ma altra cosa è ritenersi soddisfatti di un attaccante che mai tira in porta e che non ha i tempi per attaccare e riempire l'area altrui, determinando in zona goal.

Sezione: News / Data: Lun 16 dicembre 2024 alle 23:30
Autore: Raffaella Sergio
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