Alla Salernitana non riesce la terza rimonta tra Coppa Italia e campionato, solo accarezzata al Druso fino al 96'. Il gol di Rover fuori tempo massimo, taglia le gambe a una squadra fino a quel momento capace di riequilibrare in ben due occasioni il risultato con tanto coraggio e voglia di lottare, che però non basano ad evitare la prima sconfitta stagionale. Il dato rappresenta, comunque, un fattore positivo da cui ripartire, perché almeno in queste prime uscite la Salernitana appare ben altra cosa rispetto a quella indegna dello scorso anno sul piano di grinta e motivazioni

Qui, però, si esauriscono le note positive della gara contro il Sudtirol, oltre alla prova convincente di Braaf, a segno per la seconda volta tra i professionisti e di un Amatucci sempre più padrone della mediana nonostante l'età. Infatti, basta rivedere l'azione del 3-2 per provare un brivido lungo il corpo. Una passività disarmante e inaccettabile di una difesa colabrodo, capace di incassare gol da fallo laterale con la linea schierata. Non che gli altri due gol siano stati, per così dire, inevitabili: prima il rigore ingenuo regalato da un disastroso Velthuis, poi sul secondo gol un errore di reparto che favorisce un Molina incredulo. Situazioni inaccettabili per un reparto che certamente deve trovare ancora affinità, per la quale occorrerà tempo, ma che ha evidenziato anche dei limiti tecnici. 

Non che Martusciello sia esente da colpe, come ammesso con grande onestà intellettuale al termine della gara. Ma la condizione in cui si trova a dover lavorare il tecnico ischitano risultano quanto mai proibitive, come traspare anche dalle sue dichiarazioni: "Siamo in ritardo, gente che arriva alla spicciolata...". Ribadiamo il concetto: il tecnico granata si è trovato a dover schierare dal primo minuto almeno quattro undicesimi che non rientrano nei piani e dovrebbero partire, come Daniliuc, Bronn, Valencia e Simy, senza contare Maggiore infortunatosi poco prima del match ma pronto a scendere in campo. Una situazione kafkiana ad appena una settimana dalla fine del mercato. Non è un caso che lo stesso Martusciello abbia chiesto la permanenza di Daniliuc, elemento di sicuro affidamento per il quale non sono arrivate offerte congrue e che certamente non avrebbe senso svendere in un momento in cui la Salernitana è carente proprio nel reparto difensivo.

A questo vanno sommate le enormi difficoltà incontrate dal ds Petrachi nell'allestimento della rosa. Un plauso al dirigente leccese, capace di regalare un tesoretto invidiabile alla società di via Allende con le sue cessioni, ma ancora in attesa del via libera per piazzare colpi per i quali ha già incassato il sì dei giocatori, vedasi Joao Pedro e Wlodarczyk. Insomma, una situazione complessa, che la vittoria al debutto contro il Cittadella non poteva certo oscurare. La rosa, pur presentando alcuni interessanti potenzialità, con giocatori come Tongya, Amatucci o Kallon, che sembrano avere qualità importanti, o come Verde che rappresentano una garanzia per la categoria, ha manifestato ancora una volta grosse lacune soprattutto nel reparto difensivo, dove gli arrivi non convincono e mancano centrali e in attacco dove l'unica punta a disposizione è il partente Simy.

Ogni giudizio complessivo, per onestà intellettuale, deve necessariamente essere rimandato a dopo il 31, anche nel pieno rispetto di un professionista serio come Petrachi, ma le preoccupazioni restano lecite. Non resta che attendere e sperare. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 26 agosto 2024 alle 00:00
Autore: Valerio Vicinanza
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