Per prevenire i commenti dei soliti del web, facciamo una premessa: assumere una posizione più critica o essere scettici rispetto all'organico allestito non vuol dire essere meno tifosi della Salernitana o, addirittura, aspettare un risultato negativo per affermare "io l'avevo detto". Se a questi “maledetti giornalai destabilizzatori” avessero dato retta un anno fa, forse oggi saremmo ancora in serie A a battagliare con la Juventus e con la Roma e non - con tutto il rispetto - con il Cittadella preparando la trasferta di Bolzano. E' dunque quasi lapalissiano rimarcare che chi vi scrive abbia gioito quando la Salernitana ha ribaltato in quel modo il risultato segnando due gol in pieno recupero al termine di una rimonta assolutamente meritata e che ci consegna tre punti preziosi soprattutto per il morale. E fa bene al cuore e alla mente vedere un gruppo che suda la maglia, che esulta sotto la curva, che trascina la gente,  che combatte fino all'ultimo secondo senza abbattersi quando Rabbi ci ha fatto rivedere vecchi fantasmi. Ora, però,  è tempo di essere realisti, di tornare con i piedi per terra e ricordare che abbiamo battuto una squadra modesta, con la spinta di 12mila spettatori e con quel pizzico di fortuna che non guasta mai. La doppia traversa ospite e l'autogol di Angeli ci rendono un minimo di giustizia dopo tanti episodi pregressi puntualmente a favore dell'avversario di turno.

Riteniamo che a questo organico manchino rinforzi in tutti i reparti. Dubbi su Sepe, anzitutto. Uno che non è mai stato decisivo quando è stato chiamato in causa. E poi la difesa...un pianto greco. In attesa di Ghiglione, siamo costretti a spostare Daniliuc a destra perchè Gentile (arrivato dal Fiorenzuola) non è pronto e di Sambia di sono perse le tracce. A sinistra, andasse via Bradaric, occorre un titolare per consentire a Njoh (terza serie francese) di crescere con calma. L'approccio di Velthuis è stato negativo e certo non può essere il giovanissimo Ruggeri a risolvere problemi che si trascinano dai tempi della linea maginot targata Castori. Di qui un'altra riflessione: c'erano così pochi soldi da non poter trattenere Gyomber, calciatore bandiera che non avrebbe occupato posti in lista e che, in cadetteria, avrebbe giganteggiato? Passiamo al centrocampo. Maggiore una moviola, Mamadou Coulibaly tanta buona volontà e poco altro, Legowski è uno dei tanti flop targati De Sanctis. Ci complimentiamo con i tanti direttori sportivi del web, visto che tutti accolgono favorevolmente e ottimisticamente l'arrivo di Adelaide: finito nel dimenticatoio per due infortuni gravi ma ben noto al popolo di facebook. Speriamo ovviamente che abbiano ragione loro. E poi Tello, riserva in C al Catania, più Soriano che è reduce da un anno di stop. E mica Amatucci, per quanto discreto calciatore, può reggere a 20 anni da solo a questi ritmi?

In attacco, invece, giocheremo la terza e forse anche la quarta gara ufficiale con il solo Simy a disposizione. Petrachi, dirigente ottimo che in uscita ha fatto miracoli, in due mesi non ha preso nessun attaccante arricchendo la batteria degli esterni con calciatori anche di categoria inferiore o fuori dai radar da anni. Da quando seguo il calcio, mi hanno insegnato che è la spina dorsale a fare la differenza. E dunque portiere, difensore centrale, centrocampista centrale e centravanti. Ecco, a questa squadra che deve obiettivamente puntare alla salvezza (ad oggi e sulla carta) manca proprio l'ossatura. Se poi basta battere il Cittadella al 95' con un autogol per dimenticare un ritiro assurdo, la "fuga" di Sottil e l'avvento di Busso che deve comunque chiedere l'autorizzazione al presidente dimissionario per agire è un altro discorso. Ma non va nella direzione del bene della Salernitana. Che Petrachi batta i pugni sul tavolo, imponendosi. Altrimenti si aggiungerà  alla già corposa lista dei capri espiatori.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 23 agosto 2024 alle 00:01
Autore: Maurizio Grillo
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