Doveva essere la partita del riscatto. Quella in cui la Salernitana avrebbe dovuto rispondere alle dirette concorrenti onorando chi ha dedicato tutta la propria vita alla fede sportiva. E invece, ancora una volta, abbiamo assistito ad uno spettacolo non degno di un pubblico capace di portare quasi 16mila persone sugli spalti...per vedere cosa? Cerri che non ne prende una di testa, Raimondo che non stoppa un pallone e uno dei pochi calciatori di talento che parte dalla panchina per motivi che Breda dovrebbe spiegare?

Oggi si è toccato il punto più basso. Contro un Palermo del tutto sparito nella ripresa, con un Dionisi delegittimato e tre assenze pesanti, non è tollerabile giocare ancora una volta con cinque difensori tenendo fuori Stojanovic per Ghiglione, Verde per Raimondo e Adelaide per Zuccon. Un tecnico convinto del proprio lavoro e consapevole che è arrivato il momento di osare dopo pareggi inutili e vittorie fortunose e casuali non mette Ruggeri quando Bronn alza bandiera bianca per infortunio, nè elogia Wlodarczyk in conferenza salvo poi non prenderlo mai in considerazione.

E certo Simy farebbe meglio di questi "bomber" propinatici da un direttore sportivo che aveva parlato di squadra con la bava alla bocca e che invece ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Un pianto greco, un primo tempo orribile che si aggiunge a quelli contro Carrarese, Frosinone, Pisa, Reggiana, Sassuolo, Bari e Modena. Non sempre Christensen fa i miracoli, non sempre ci sarà il rigore al 99'. Breda dovrebbe fare un passo indietro e rassegnare le dimissioni per amore di Salerno. Stesso discorso per Valentini: non ha inciso, non ha preso chi serviva, si è affidato a chi era riserva nelle rispettive squadre e non ha aggiunto nulla ad un organico già lacunoso e in tutti i reparti.

Ora la proprietà, che resta la principale responsabile, metta da parte l'orgoglio e torni sui propri passi richiamando chi, questa rosa, l'aveva costruita tar mille difficoltà e paletti. Petrachi ha carisma e personalità per entrare nel cuore dello spogliatoio, Martusciello è stato l'unico a dare un minimo di gioco ed era nettamente fuori dalla zona calda quando fu inopinatamente esonerato. Si torni alla meritocrazia. Senza escludere ragazzi come Gentile che si allenano a mille per andare in tribuna, senza garantire maglia da titolare a chi continua ad essere un flop clamoroso.

Oggi è stata disonorata la memoria di Celeste, è stata scritta un'altra pagina nera di un biennio horror che Salerno non merita. O, meglio, non lo merita la tifoseria "praticante". Perchè i social hanno massacrato mediaticamente chi, come noi, questo campanello d'allarme lo faceva suonare da due anni. A noi non interessa suonare il violino per avere accrediti o tesserati; noi vogliamo bene alla Salernitana e abbiamo sempre detto le verità, a costo di risultare impopolari.

Purtroppo i fatti ci danno ragione. E chiudiamo con una domanda: ci fossero stati Lotito, Mezzaroma e Fabiani la critica sarebbe stata così soft? Si sta retrocedendo nell'indifferenza generale dopo essere retrocessi a febbraio del 2024, quando Sabatini ci propinò Liverani al posto di costruire da subito la rosa del futuro con Inzaghi. Da San Siro al rischio di derby campani che i tifosi speravano di aver messo definitivamente alle spalle: davvero un bel progetto triennale, aveva ragione Milan...

Sezione: Editoriale / Data: Lun 31 marzo 2025 alle 00:00
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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