E' opinione piuttosto diffusa che la Salernitana si sia affidata a uno dei direttori sportivi più competenti del panorama calcistico nazionale, un autentico colpo da parte di un club che, smaltita la delusione per la retrocessione in cadetteria, ha l'obbligo morale di allestire una rosa altamente competitiva e in grado di lottare da subito per la promozione pur senza svenarsi dal punto di vista economico come accaduto nel recente passato.

Il tandem Petrachi-Sottil è sinonimo di garanzia, quei due sergenti di ferro da anni nel mondo del calcio di cui tanto ci sarebbe stato bisogno già l'anno scorso. E' ovvio, però, che la questione societaria e i tanti dubbi che attanagliano il patron rischiano di rallentare ulteriormente la programmazione. Dilapidato il vantaggio temporale scaturito da una retrocessione di fatto materializzatasi tre mesi e mezzo fa, la Salernitana rischia di partire per il ritiro con una serie di calciatori fuori dai piani tecnici o in lista di sbarco a causa di stipendi troppo onerosi

E la colpa non è certo di Petrachi che, a conferma del grande spessore, sta incontrando procuratori top per parlare di giocatori che farebbero la differenza e che potrebbero restituire entusiasmo ad una piazza del tutto spaesata dalla metamorfosi e dal ridimensionamento di chi, appena un anno fa, prometteva l'Europa e oggi si trincera nel silenzio senza far capire cosa accadrà di qui a poche settimane.

Non ci giriamo intorno: si deve dare al direttore sportivo la possibilità di lavorare senza paletti o ulteriori intoppi, nel rispetto della sua professionalità e attingendo al massimo dalle sue competenze e conoscenze. Di operazioni virtualmente concluse ce ne sono, anche interessanti, ma manca sempre l'ok di Iervolino e il placet di chi sta reggendo il timone del club pensando però soprattutto alla querelle Brera Holding e a un bilancio in attivo. 

25 milioni dal paracadute, l'ultima rata da 3,2 di DAZN, gli incassi al botteghino, i 3,5 milioni incassati tra Bohinen e Mazzocchi, la sicura plusvalenza Tchaouna, un monte ingaggi già dimezzato. Cosa si attende ancora per consentire alla dirigenza di trasformare le tante chiacchierate informali nelle fatidiche fumate bianche utili anche a lanciare un messaggio alle dirette concorrenti?

Petrachi e Sottil non attenderanno certo all'infinito, questa situazione anomala e del tutto inaspettata rischia di condizionare il tanto lavoro svolto sotto traccia in queste due settimane. Non stiamo dicendo che stanno pensando di lasciare la Salernitana, intendiamoci, ma la logica impone un ragionamento: per quanto tempo professionisti potenzialmente con mercato anche in A potranno attendere lo sviluppo della querelle societaria senza poter operare in piena autonomia e con chiarezza sul budget? 

Iervolino, volendo, potrebbe sbloccare tutte le trattative in dieci minuti, attingendo dalle risorse a disposizione e magari ritrovando l'entusiasmo che caratterizzò l'inizio della sua avventura. Tutto è nelle mani del presidente e, se proprio si vuol cedere la società, non si pregiudichi il lavoro dei professionisti scelti per rilanciarsi ad alti livelli. Siamo al 27 giugno, la nuova stagione è alle porte. A chi giova perdere tutto questo tempo?

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 giugno 2024 alle 20:29
Autore: Luca Esposito / Twitter: @lucesp75
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