Non è Real Frosinone nè Manchester Lecce, siamo appena alla quarta giornata. Leggiamo da troppe parti commenti catastrofici solo perchè i ciociari hanno rifilato quattro reti al Sassuolo dopo aver fermato alla grande Atalanta e Udinese e perchè i salentini, baciati anche da un bel po' di fortuna, si ritrovano addirittura in zona Champions, un punto sopra al Napoli. Signori, siamo appena alla quarta giornata e la storia del calcio è piena di club che partono a razzo e poi s'afflosciano in nome di quei famosi valori che alla lunga emergono. Ma se questi risultati sono utili a creare una mentalità condivisa e far avere a tutti la "percezione del pericolo" allora...ben vengano.  E' ora di comprendere che questo campionato è complicato e che la quota salvezza può alzarsi. Perchè non ci sono squadre materasso, perchè il gap con le big è aumentato e dunque non abituiamoci al colpaccio cronico a San Siro piuttosto che all'Olimpico e perchè non c'è una Cremonese già retrocessa a dicembre nè una Samp a rischio fallimento. Noi ci dobbiamo salvare e pensare che raggiungere l'obiettivo sia una passeggiata, soprattutto dopo il mercato fatto in estate, sarebbe un autogol clamoroso. Domani, senza due dei cinque pilastri della squadra, è già importantissimo non perdere. Tutti allo stadio, dunque, con la voglia di partecipare, di giocare con la squadra, di essere per davvero il dodicesimo uomo.  Ricreiamo quel clima da "7%" che fece compiere l'impresa alla Salernitana. Questa squadra può ripetere il girone di ritorno della passata stagione solo se Sousa avrà lo stesso entusiasmo e se tutti remeranno nella medesima direzione. E' la mentalità che fa la differenza, non i gol di Dia e le parate di Ochoa.

Riflessione finale sul caso Dia. Il vero problema di fondo è l’assenza di valide alternative. Lo abbiamo scritto in tempi non sospetti: far ruotare il mercato attorno ad un solo calciatore è stato uno sbaglio. L’investimento di 12 milioni (pagabili in tre rate) non giustifica la scelta di non prendere un altro attaccante che veda la porta, soprattutto se vanno via Piatek e Bonazzoli che, con tutti i loro difetti, erano comunque esperti per la categoria e profondi conoscitori del nostro campionato. Ok avvalersi della tecnologia per scovare talenti (del resto Sabatini ha ammesso d’aver scoperto Ederson guardando una partita in tv), ok pensare che Ikwuemesi a lungo andare possa essere una piacevole rivelazione, ma nell’interesse di tutti era necessario rimpinguare la rosa con un altro attaccante. Perchè Iervolino è passato da sogni europei ad algoritmi al risparmio? Nessuno disconosce i grandi meriti del patron, lo ribadiamo ancora al fine di prevenire i soliti commenti stucchevoli fatti di zero argomenti e costanti e stupidi paralleli col passato. Ma il ridimensionamento generale è palese e i tifosi vogliono soltanto chiarezza. Se poi non ci si rende conto che in difesa manchi un centrale forte di testa, che a centrocampo numericamente siamo soltanto in 5 (senza Lassana per infortunio e con Bohinen e Maggiore reduci da tanti infortuni muscolari) e che manca un vice Bradaric da un anno, allora è un altro discorso. Chi vuol bene alla Salernitana non fa drammi, sostiene la maglia e, se può, va allo stadio a fare il tifo. Ma questo non vuol dire negare l’evidenza: a volte una critica intelligente fatta per tempo può aiutare di più rispetto all’osanna a prescindere. Ma per ora pensiamo solo al Torino: forza Salernitana!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 18 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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