Tante volte ci si sente ripetere che nella vita bisognerebbe avere la fortuna di trovarsi al punto giusto nel momento giusto, in modo da riuscire a sfruttare l'opportunità per mettere in luce se stessi e le proprie doti personali. Ebbene il direttore sportivo della Salernitana Gianluca Petrachi non avrebbe beneficiato di questa fortunata coincidenza e sarebbe, invece, giunto nel club granata proprio nel momento in cui la passione e la fiducia del patron Iervolino nel progetto calcistico da lui avviato si erano ridotte ai minimi termini, e con esse si sarebbe notevolmente ridimensionato il budget messo a disposizione per il calciomercato dalla proprietà. Ben altra lieta sorte avrebbero ottenuto, invece, il predecessore umbro Walter Sabatini ed il collega romano Morgan De Sanctis, avendo entrambi questi operatori di mercato goduto di un presidente iper presente e iper carico e, ovviamente, di un budget ricco e tale da consentire loro di fare onerosi investimenti in serie sul mercato estivo e invernale. 

I venti milioni spesi da Iervolino per raddrizzare la barca nel campionato 2021/22 (poi chiusosi con l' epica rimonta salvezza targata Sabatini-Nicola) e soprattutto i quaranta e più investiti da De Sanctis nella successiva stagione sportiva 2022/23 (anche essa finita con la permanenza in A) gridano ancora vendetta per come sono stati sfruttati e per la qualità delle operazioni medesime. Tanti acquisti di cartellini per svariati milioni non hanno portato molte plusvalenze, tranne che per Ederson e Tchaouna, e diversi flop a livello di valorizzazione e di risultati sportivi legati alle loro prestazioni sul campo. Un monte ingaggi elevato, e pianificato forse tenendo ben poco conto degli ingenti costi accessori fiscali e per le commissioni degli agenti dei calciatori tesserati, avrebbe, causa soprattutto l' inopinata retrocessione della Bersagliera, seriamente gravato i conti del club di via Allende, mettendone a serio rischio la stabilità finanziaria qualora si fosse perseverato a camminare sullo stesso sentiero.

 Donde il totale e radicale cambio di rotta della proprietà campana, una vera e propria giravolta che ha fatto virare la società in una politica di prestiti, di zero o quasi cartellini e di riduzione del monte ingaggi calciatori e tecnici, nonché di tagli ai costi accessori vari. Dalle operazioni, nei piani lungimiranti, Pirola, Lovato, Maggiore, Bradaric, Ederson , Bonazzoli, Dia, tutte più o meno onerose per le casse societarie, a tanti prestiti e tesseramenti a parametro zero, compresi progetti di rilancio di giocatori reduci da infortuni, poche presenze, scarsi recenti rendimenti o comunque provenienti da categorie inferiori. La differenza sarebbe palese ed albergherebbe nell'entusiasmo e nella fiducia incondizionata di Iervolino, nelle prime due annate, sfociante nel pianificare una progettualità pluriennale e nel partorire obiettivi ambiziosi per la Salernitana.

Una determinazione ed una presenza forte che avrebbe, a partire da giugno 2023,lasciato spazio ad un defilarsi dell'imprenditore partenopeo tra negatività ed attacchi mediatici vari e tra la ferma idea di disfarsi del club granata alla prima offerta credibile e congrua che sarebbe giunta sulla sua scrivania. Il diktat del patron al suo attuale ds, motivato da Iervolino con la necessità di migliorare i conti del club per stabilizzarlo, si sposerebbe bene con i piani di dismissione del suo asset e, soprattutto, renderebbe sbiadita la credibilità di un progetto triennale per il ritorno in A, in nome di una politica diretta ad attirare acquirenti che potessero non essere condizionati da lunghi e pesanti contratti ereditati dalla gestione precedente. Oltre queste motivazioni avrà sicuramente influito il fine di recuperare gran parte dei capitali spesi e quello di tenere per se una considerevole fetta del paracadute incassato. Il campo sarà come sempre il migliore giudice del lavoro svolto da Petrachi, ma una cosa è operare potendo muoversi in tempi di vacche grasse con la fiducia del proprietario ed un' altra è farlo in momenti in cui regna l'austerity e chi governa è distante e disilluso.

 La governance granata non se l'è sentita di provare a fare "all in" puntando sul paracadute e su qualche cessione eccellente per mirare ad un immediato ritorno in serie A, vuoi per il clima pesante nello spogliatoio che imponeva una rivoluzione dell' organico, vuoi per il rischio, in caso di mancata promozione, di trovarsi con un monte ingaggi elevato e senza più l'una tantum del paracadute stesso. Petrachi potrebbe, se tutti i tasselli vanno al loro posto e se la buona sorte sorride alla Bersagliera alla voce condizione fisica ed infortuni, riuscire nell' impresa di centrare la promozione (magari pure per la porta secondaria dei play-off) con una rosa rivoluzionata, meno onerosa ma coesa e motivata verso l'obiettivo comune. Al di là di questo idilliaco scenario, il direttore sportivo, che ha dimostrato tanta forza e credibilità calcistica, avrebbe tutto per poter costruire un ciclo all' ombra dell' Arechi, magari contando sui benefici di conti migliori e su disponibilità più ampie necessarie per prendere atleti di proprietà da valorizzare ulteriormente. La Salernitana avrebbe proprio bisogno di stabilità e coerenza programmatica potendo per più stagioni affidarsi ad un professionista, capace e ben addentrato nel calcio, in grado di dare la sua impronta al club e di ripetere i successi conseguiti al Torino di Cairo.

 La tipologia di rosa messa su dal manager leccese farebbe pensare ad un tentativo di accelerare i tempi puntando su calciatori quasi tutti esperti e pronti a giocarsi le loro fiches, il tutto magari rinviando a momenti migliori le acquisizioni di calciatori di buona prospettiva, per le quali occorre un cash attualmente non stanziato da Iervolino e soci. Tornando al fronte cessione della Salernitana in altrui mani, sarebbe opportuno sapere se realmente siano arrivate offerte serie per subentrare nel controllo della società di via Allende e se davvero esse siano state rispedite al mittente dall' attuale patron. Se rispondesse al vero che Iervolino avrebbe rifiutato proposte tra i dieci ed i dodici milioni di euro per passare subito la mano, allora verrebbe da chiedersi quanto possa realmente valere la Salernitana oggi come oggi in serie B, dopo un ampio depauperamento del parco calciatori di proprietà, senza asset immobiliari nel patrimonio e con un massimo dirgente dimissionario da presidente e che un giorno sì e l'altro pure non perderebbe occasione di dimostrare lontananza e volontà di vendere la sua creatura. La società granata fu acquistata da Iervolino alle soglie del Capodanno 2022 per dieci milioni, ma pare che la stessa vantasse dei crediti da riscuotere per alcuni milioni, in modo da fare ridurre nei fatti l'esborso effettivamente sopportato dall' imprenditore palmese. 

Se così davvero fosse non si comprenderebbe molto l' atteggiamento di Iervolino, e ciò anche leggendolo come il desiderio di un uomo deluso e vilipeso di abbandonare la nave e dismettere ogni velleità di affermazione e riscatto nel mondo pallonaro . Perché rifiutare proposte potenzialmente interessanti se si vuole uscire dal calcio? Le stesse in base a quanto trapelerebbe da ambienti filo societari non sarebbero ritenute affidabili per garantire un buon futuro al cavalluccio marino. Sarà davvero così o Iervolino avrebbe pretese economiche eccessive data la situazione odierna del suo club? Valutando quanto tempo si sia perso dietro la poco credibile Brera Holdings aspettando una offerta di circa diciotto milioni si potrebbe propendere per la seconda ipotesi, ma certezze non ne sussistono data la grande cortina fumogena che avvolge inevitabilmente queste trattative di cessione societaria. 

La giusta sintesi potrebbe essere per Iervolino e compagni accantonare momentaneamente le velleità di cedere la Salernitana adesso, riavvicinarsi al club e soprattutto fidarsi di Petrachi come uomo di punta del progetto e di Martusciello per la conduzione dalla panchina. Perché non attuarlo davvero e con più seria convinzione questo piano triennale di ritorno nell' Olimpo del calcio italiano? Ciò consentirebbe di fare crescere di molto la quotazione della Bersagliera sul mercato, a Iervolino di fare un bel business e di riscattarsi agli occhi della piazza. Che sia veramente Petrachi l' uomo ideale per compiere questa miracolosa e provvida sintesi? Lo spessore dell'uomo e i primi incoraggianti segnali giunti indurrebbero a pensarlo, a Iervolino il compito di crederci e di dare carburante a questo disegno di rilancio.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 settembre 2024 alle 00:00
Autore: Raffaella Sergio
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