Inutile arrabbiarsi o rimanerci male: l'andamento della Salernitana rispecchia un mercato e una strategia estiva che hanno reso una buona squadra, quella vista lo scorso anno, una squadra mediocre, aggrappata a tre uomini chiave: Candreva, Coulibaly e Dia. Venendo meno uno dei tre, o come è successo, due su tre, la Salernitana scende di livello, risultando essere una squadra da fondo classifica. Questo perchè rispetto allo scorso anno abbiamo due attaccanti di categoria in meno, Piatek e Bonazzoli, rimpiazzati da due perfetti sconosciuti per il campionato italiano, ovvero Ikwuemesi e Stewart. Meno esperienza, meno fiuto per il gol, meno tecnica: i due nuovi acquisti, per il poco minutaggio concesso loro da Sousa, non hanno destato grande interesse e soprattutto sfoderato prestazioni o giocate degne di rilievo, avvalorando la tesi di chi li etichettava come oggetti misteriosi sin dal loro arrivo a Salerno. 

A centrocampo Vilhena è stato rimpiazzato da Legowski: al posto di un centrocampista versatile, dotato di tecnica e visione di gioco e soprattutto di esperienza dal respiro internazionale, è arrivato un buon giocatore che però al momento più di rappresentare un polmone per il centrocampo non sembra possa fare. Una versione di Coulibaly con meno forza nelle gambe e meno aggressività, almeno al momento. In sostanza, tre calciatori di esperienza e di livello sostituiti da tre neofiti del calcio italiano, giovani e da scoprire. 

Non si tratta di pura retorica ne tantomento di sterile polemica, ma di una semplice costatazione della realtà: la Salernitana sulla carta è più debole dello scorso anno. A questo aggiungiamo le involuzioni tecnico-tattiche di alcune pedine, quali Mazzocchi, Bohinen, Maggiore, che confermano anche in questo avvio una andamento regressivo rispetto a quanto visto nella prima gestione Nicola del primo anno in A (per i primi due) o nella precedente esperienza a La Spezia. Ultimo punto di riflessione l'età anagrafica: l'età anagrafica che avanza per Candreva e per Ochoa che con un anno in più sicuramente potrebbero lamentare maggiori cali di forma, come accaduto nelle ultime uscite per il messico, o infortuni muscolari, come accaduto per il capitano granata. 

Insomma un bel pò di considerazioni racchiuse in poche righe che fanno riflettere e non poco sull'operato del direttore sportivo De Sanctis e della società: riflessioni che fanno in molti, anche chi magari non si reputa un esperto di calciomercato ma di fatto di calcio ci vive da anni. Bastava osare qualcosina in più, concedersi qualche calciatore di categoria come Sansone, Soriano o Verde, oppure fare qualche investimento come fatto lo scorso anno con Dia, per poter vedere una Salernitana ancora più competitiva. In fondo l'obiettivo non era alzare l'asticella anno dopo anno? A me cosi sembra di aver sentito diversi mesi fa, ma forse mi sarò sbagliato... 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 05 ottobre 2023 alle 00:00
Autore: Roberto Sarrocco
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