Vincere aiuta a vincere. Sarà pure calcio d'agosto, sarà pure una partita poco importante in prospettiva futura, ma la Salernitana torna a sorridere nel proprio stadio a distanza di diversi mesi e dopo aver visto le streghe in un brutto primo tempo. Diciamo la verità: dopo lo 0-2 abbiamo rivisto tutti i vecchi fantasmi del passato e temevamo di assistere ad una goleada da parte dello Spezia, con i fischi assordanti del pubblico e una società quasi del tutto assente.

Per fortuna, però, Martusciello ha saputo toccare le corde giuste nell'intervallo e abbiamo visto - finalmente - un gruppo che ha sudato la maglia, che ha combattuto su tutti i palloni e che proprio non voleva saperne di esordire con un ko casalingo. La reazione emotiva, con annesso abbraccio sotto la curva dopo ogni gol, ha convinto i 7000 dell'Arechi e ha permesso alla Salernitana di passare, con merito, il turno guadagnandosi l'Udinese in campo esterno

Ora, però, si inizia a fare sul serio e sabato ci sarà da battere il Cittadella per iniziare al meglio la stagione. Peggior avversario non poteva esserci: squadra sbarazzina, spensierata, senza pressioni, con lo stesso allenatore da anni e un'ossatura di squadra immutata. Di contro una Salernitana che dovrà riconquistare la sua gente e che si schiererà con calciatori in odore di cessione e che aspettano solo di conoscere la futura destinazione.

Con onestà intellettuale bisogna riconoscere che, in entrata, siamo un pochino in ritardo pur con tutte le attenuanti da riconoscere a un direttore sportivo che, in uscita, ha fatto già un mezzo miracolo. La difesa, tuttavia, desta qualche perplessità e si rischia di giocare la prima gara del campionato con il solo Simy disponibile in attacco e un manipolo di giovani inesperti in panchina. Si fossero investiti i soldi del paracadute, oggi parleremmo d'altro.

Tuttavia vogliamo anche vedere il bicchiere mezzo pieno: guai a bocciare prematuramente ragazzi come Njoh e Velthuis che, arrivati da poco, hanno bisogno di un fisiologico tempo d'adattamento prima di dare un contributo importante alla squadra. Fidiamoci di un dirigente che raramente sbaglia quando scommesse su qualche calciatore.

E poi Ghiglione ha grande esperienza in categoria, Amatucci ha denotato personalità, Kallon e Braaf hanno l'occasione per esplodere definitivamente e Verde è quel colpo che può alzare l'asticella senza dimenticare la voglia di emergere di Tongya e che Dalmonte ha alle spalle decine e decine di presenze in categoria e in piazze importanti come Trapani, Cesena e Vicenza.

Mancano le cosiddette ciliegine sulla torta. Due centrali difensivi forti, un vice Njoh se partisse Bradaric, due centrocampisti di spessore, un altro esterno offensivo e, soprattutto, due attaccanti di prima fascia. Difficile che la situazione societaria si sblocchi prima della fine del mercato, chissà però che i potenziali futuri acquirenti non possano accelerare e dare già l'ok a Petrachi per investire nuove risorse.

Che l'avvento di un nuovo management porti in dote un presidente magari meno facoltoso ma carico d'entusiasmo e professionisti esperti che possano garantire un progetto importante ad una piazza che merita la categoria superiore. E che siano uomini di calcio, soprattutto, pronti a dare una rinfrescata generale a 360°. Nell'ottica di una possibile rivoluzione, da valutare con attenzione anche la posizione del segretario Dibrogni. Uno di quelli a quanto pare in bilico.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 15 agosto 2024 alle 00:00
Autore: Luca Esposito
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