Chi si aspettava che la Salernitana potesse sfruttare il vantaggio temporale scaturito da una retrocessione maturata in largo anticipo è rimasto fortemente deluso. Perchè, 5 mesi dopo quella pesantissima sconfitta interna contro l'Empoli e a meno di 30 giorni dall'esordio in campionato, la situazione è addirittura peggiorata.

Un presidente dimissionario, una trattativa per la cessione del club arenatasi proprio quando la fumata bianca sembrava imminente, Sottil che si dimette e Martusciello chiamato in fretta e furia al "capezzale" di un gruppo che non è mai diventato squadra e che si sta allenando a Rivisondoli aspettando soltanto di conoscere le future destinazioni.

Nel mezzo un budget ridotto all'osso, alcuni calciatori che palesano insofferenza, i prezzi alti degli abbonamenti, la politica locale e regionale che chiede chiarezza e spiegazioni a Iervolino, il battibecco tra Lovato e un nutrito gruppo di sostenitori e il rischio di scendere in campo col Cittadella in un Arechi deserto come non accadeva nemmeno ai tempi della D e della Lega Pro.

Tutto davvero surreale, soprattutto ricordando le promesse della società che, appena un anno fa, prospettava una Salernitana in grado di mettere in difficoltà tutte le big del calcio italiano e di lottare per la qualificazione alla Conference League. Oggi, invece, il diktat è chiaro: si acquista soltanto dopo aver ceduto, al netto di un paracadute da 25 milioni che già ora offrirebbe la possibilità di rinforzare la rosa se solo arrivasse il placet del proprietario.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 21 luglio 2024 alle 18:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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