Chi ha seguito la conferenza stampa dell'altro ieri (durante la quale i sostituti dell'addetto stampa già in odore di essere rimpiazzati non hanno consentito a tutti di rivolgere le domande scegliendo arbitrariamente chi fosse degno di porre quesiti), ha notato un Petrachi decisamente meno entusiasta e combattivo rispetto a quello che tutti avevamo ammirato nel giorno della presentazione.

Intendiamoci: è assolutamente fisiologico e legittimo che un professionista che lavora davvero 24 ore al giorno "anche a costo di non dormire la notte per il bene della Salernitana", possa vivere con insofferenza e preoccupazione un momento già così delicato della stagione. A lui è stato chiesto, in tempi record, di abbassare il monte ingaggi, di cedere quasi tutti i calciatori in organico e di allestire una rosa competitiva nel rispetto di un budget irrisorio e con la consapevolezza che il presidente è dimissionario e non ha voglia di allargare i cordoni della borsa.

Da qui la stima di una piazza talmente matura e intelligente da fare una netta distinzione tra società e giocatori (legittimamente nel mirino della critica e della contestazione) e ds-allenatore. Petrachi e Martusciello sono stati gli unici due tesserati della Salernitana ad essere applauditi e incoraggiati in quel di Rivisondoli, attestati di stima che hanno profondamente colpito il direttore sportivo aiutandolo a superare qualche momento di tensione e di sconforto.

Possiamo dire, dunque, che non c'è stato un Sottil-bis anche (o soprattutto) perchè la gente ha saputo toccare le corde giuste indicando in Petrachi l'uomo della salvezza, quell'ancora alla quale aggrapparsi per evitare che la nave faccia davvero acqua da tutte le parti. E Petrachi, da persona responsabile, rispettosa, consapevole dei propri mezzi e innamorata del suo lavoro, è fin troppo consapevole che un suo passo indietro significherebbe davvero condannare la Salernitana a un campionato di totale sofferenza e ad un mercato fermo al palo e senza possibilità di sviluppare anche un minimo progetto.

E' ovvio, però, che la pazienza non potrà essere infinita e che la proprietà dovrà anche fare un passo deciso in nome del buonsenso senza pretendere che un dirigente appena arrivato corregga, in tempi record, gli errori clamorosi dei suoi predecessori rimpinguando le casse e convincendo, allo stesso tempo, calciatori top ad accettare Salerno con un budget che non permette di muoversi. Non è un caso che l'ex DG di Torino e Roma stia intensificando i contatti con l'AD Milan e con il proprietario.

Se tra una settimana i paletti dovessero essere ancora tanti, si potrebbe arrivare ad un confronto dai toni e dai contenuti diversi rispetto al solito. Dimissioni? No. Ma nemmeno la voglia di metterci a vita la faccia e rimettersi in gioco in un contesto che non consente di chiudere trattative già avviate come quelle per Coda,Vandeputte e Tutino.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 21 luglio 2024 alle 20:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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