Contro lo Spezia era suonato un primo campanello d'allarme, ma in tanti attribuivano al maltempo la presenza di pochi tifosi sugli spalti rispetto agli standard abituali. Martedi sera, però, l'Arechi ha presentato un colpo d'occhio desolante e certo non può bastare la scusante del turno infrasettimanale e dell'orario serale per giustificare una vera e propria fuga dagli spalti.

Che cosa sta succedendo? E' evidente che il pubblico ha percepito l'ulteriore ridimensionamento attuato da una società che, pur riapparsa sulla scena, ha ribadito la necessità di portare avanti un progetto sostenibile e che punti alla promozione in serie A entro tre anni e non immediatamente come, ad esempio, è accaduto a Genoa e Cagliari o come ha fatto il Sassuolo la scorsa estate, con offerte milionarie rifiutate per i calciatori migliori "perchè a noi interessa tornare in massima serie, non monetizzare".

Rispetto alle primissime uscite stagionali, la Salernitana ha perso qualcosa come 6000 tifosi. Dai 15mila contro Sampdoria e Pisa ai 9000 di domani, grossomodo quanti assistevano alle gare dei granata ai tempi della Prima Divisione a cospetto di avversarie come Martina Franca, Savoia, Melfi e Lupa Roma. 

Assodato che i tempi sono cambiati e che, per una miriade di motivi, l'Arechi pieno a prescindere è solo un lontano ricordo, possiamo dire che questo progressivo allontanamento dai gradoni dovrebbe rappresentare argomento di discussione per una società che non ha ancora quasi mai attuato le iniziative promozionali nei confronti di famiglie, scolaresche, associazioni, giovani, abitanti della provincia e scuole calcio.

Tra porte chiuse, giorni limitati per chiedere autografi ai calciatori, prezzi alti e no al dialogo con la tifoseria organizzata è evidente che non ci siano proprio le basi per sperare in un pienone, se non quando arriverà il Bari e si muoveranno in almeno 4000 dalla Puglia.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 05 novembre 2024 alle 14:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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