Che la Salernitana non abbia fatto un grande mercato in entrata era chiaro a tutti, tranne a chi ha attribuito un dieci al direttore sportivo solo per aver messo a posto il bilancio garantendo introiti milionari alla proprietà capitanata da Danilo Iervolino. Tuttavia, in campo, non scendono nè le plusvalenze, nè il monte ingaggi dimezzato e stiamo facendo i conti con lacune che si traducono in una classifica che inizia a destare qualche preoccupazione.

Quando si analizzano i tanti gol subiti dalla Salernitana, sarebbe riduttivo soffermarsi soltanto sugli errori della difesa. Perchè, alla base, non si sono solo gli errori di Bronn e le incertezze di un Velthuis ad oggi disastroso, ma anche la scarsa capacità del centrocampo di fare filtro e di garantire adeguata copertura. Non aver preso un mediano dedito all'interdizione, come rimarcato in diverse occasioni, è stato un autogol. Del resto, se vuoi attuare un calcio offensivo e propositivo, non puoi rinunciare a chi, come si dice in gergo, canta e porta la croce mordendo le caviglie all'avversario.

In generale riteniamo che il centrocampo sia il reparto più debole della Salernitana, costruito tra mille incognite e con arrivi alla spicciolata che non hanno mai convinto del tutto. Domani mancheranno Maggiore e Adelaide, due elementi purtroppo soggetti ad infortunarsi con una certa frequenza. Non si poteva non tener conto di questa situazione, un handicap non di poco conto per un allenatore costretto a fare i salti mortali per schierare una formazione accettabile contro un avversario di livello come il Palermo.

E la strategia di mercato diventa ancora meno chiara se, a due calciatori spesso fermi per noie muscolari, si aggiunge un Soriano fermo da un anno, un Hrustic che da un paio d'anni fatica ad imporsi e Tello che non era titolare inamovibile nemmeno in serie C con le maglie di Benevento e Catania. Il solo Amatucci non può certo reggere sulle spalle il peso di un intero reparto e, anche in questo caso, sono bastate poche partite per spingere gli avversari a prendere le contromisure limitandone molto il raggio d'azione.

A nostro avviso, dunque, uno degli errori di Petrachi sta proprio nella costruzione del centrocampo. Con l'alibi del budget, l'obbligo di cedere prima di acquistare, ma anche con un'evidenza che balzava all'occhio di ciascun tifoso o addetto ai lavori: troppe incognite, un numero esiguo di atleti a disposizione e gente dal passo lento e compassato. 

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 05 ottobre 2024 alle 19:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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