Che emozione parlare con uno dei giocatori più forti della nostra storia: Arturo Di Napoli. Ecco le sue dichiarazioni alla redazione di TuttoSalernitana: 

“Dico che mi dispiace molto per Breda, Salerno doveva stargli più vicino e trasmettergli affetto. Ha dato tutto per una maglia che ama davvero, non credo fosse il principale responsabile di questa situazione visto che da quelle parti sono cambiati tanti allenatori, ma i risultati sono sempre gli stessi. Dispiace molto. In bocca al lupo a Marino, cui idee di calcio sono diverse da quelle del suo predecessore. Dovrà essere bravo a capire che non c’è tempo e che dovrà fare le cose semplici puntando soprattutto sull’aspetto mentale.

Conosco Valentini, immagino che anche lui sia giù di morale perchè ha subito una contestazione e perchè i giocatori che ha portato a gennaio non stanno incidendo. Cerri è un calciatore d’esperienza, ma non un bomber. Raimondo ha talento, ma è giovane e forse ha pagato il peso delle responsabilità. La tifoseria sicuramente saprà scindere la presa di posizione contro la società e il sostegno per una squadra che non può e non deve retrocedere. Noi, con una corazzata, gettammo sangue per andare in serie B. All’epoca era uno spogliatoio di leader e trascinatori. Vi faccio un esempio: quando la partita era piatta e i miei compagni erano molli, trovavo un pretesto per litigare con un avversario o per lamentarmi con l’arbitro.

Da lì il gruppo reagiva, mi venivano dietro, sentivo che i giocatori mi riconoscevano come una guida. Oppure nella famosa partita con l’Ancona. Ebbi rispetto per i tifosi che scioperarono in segno di rispetto per la morte di un ultras della Lazio, ma quella gara era troppo importante e percepivo che ci fosse una polveriera pronta ad esplodere. Con quel silenzio assordante sbagliammo prestazione e chiesi a Fusco di mandare un sms al capo ultras per convincerlo a sostenerci per i restanti 45 minuti.

Mi tranquillizzò. improvvisamente un boato squarciò il silenzio, da brividi! Segnammo subito: 1-0, Di Napoli sotto la curva. Nello spogliatoio, quando arrivai, non feci pesare la mia carriera: il primo a ricevere il mio abbraccio fu Ferraro. Dissi che 7-8 punti ce li avrebbe dati il tifo. E’ una piazza che va capita, ha amore come poche. Ti devi prendere la corona o la minaccia di chi, a volto coperto, ti urla di tutto”.

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 09 aprile 2025 alle 23:00
Autore: Gaetano Ferraiuolo
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