Nell'articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport, l'esperto tecnico Davide Ballardini ha analizzato con lucidità il momento no di tre grandi di Serie B, tra cui la nostra Salernitana, attualmente relegata nelle posizioni di coda della classifica.

"Il calcio non si fa con i nomi. Non si gioca alle figurine, ma a pallone," afferma senza mezzi termini Ballardini nell'intervista. Una dichiarazione che colpisce come un pugno nello stomaco i tifosi granata, abituati a ben altre ambizioni dopo.

La realtà del campo racconta però una storia diversa dalle aspettative. La Salernitana, insieme a Frosinone e Sampdoria, sta vivendo un incubo sportivo che nessuno avrebbe pronosticato a inizio stagione. Tre squadre blasonate, con bacini di tifosi appassionati e roster sulla carta competitivi, che arrancano nei bassifondi della classifica.

L'analisi tecnica: cosa non funziona

Quello che emerge dall'analisi di Ballardini è un concetto tanto semplice quanto spesso dimenticato nel calcio moderno: "I giocatori più che forti devono essere funzionali". Un principio che la dirigenza granata sembra aver trascurato nella costruzione della rosa.

Il problema della Salernitana appare duplice: da un lato un organico assemblato senza una chiara visione tattica, dall'altro una possibile sottovalutazione del campionato cadetto. Come sottolinea Ballardini, "i calciatori devono essere bravi a calarsi nella realtà in cui si trovano, non basta avere 50 o 100 partite in Serie A nel curriculum".

La Serie B è un torneo che non perdona, dove l'intensità e la determinazione spesso prevalgono sul talento puro. Non è un caso che squadre come Carrarese e Juve Stabia, neopromosse ma con fame e organizzazione tattica, stiano sovvertendo ogni pronostico. "Corrono di più e in campo danno tutto. Magari sulla carta hanno meno qualità, eppure...", evidenzia il tecnico romagnolo.

Il cambio in panchina e le prospettive future

L'avvicendamento in panchina non ha finora prodotto la scossa sperata. Come rileva Ballardini, quando "i risultati non arrivano, allora vuol dire che non basta. O che comunque qualche ingranaggio è saltato o non sta girando nel modo giusto".

Per risollevare le sorti della squadra granata sarà necessario un reset mentale prima ancora che tattico. La Salernitana deve ritrovare umiltà e spirito di sacrificio, caratteristiche che sembrano appartenere più alle "provinciali" che alle nobili decadute.

Eppure, come ricorda Ballardini, piazze come Salerno "meritano la Serie A per il seguito che hanno e la passione dei tifosi". Ma per tornare a calcare palcoscenici più prestigiosi, servirà un cambio di rotta deciso. Non basteranno i nomi altisonanti o il blasone, ma saranno necessarie organizzazione, programmazione e soprattutto quella fame agonistica che finora è mancata.

La strada per la risalita è ancora lunga, ma dal fondo della classifica si può solo risalire. La Salernitana ha il dovere di provarci, per rispetto della propria storia e di una tifoseria che, nonostante tutto, non ha mai fatto mancare il proprio sostegno.

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 01 marzo 2025 alle 09:30
Autore: Giovanni Santaniello
vedi letture
Print